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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   dosi, corno più volte ho detto il Regn > in conquasso, e la Città priva del Regio Governo, ed Antonello conoscendosi solo in potenza, e parendogli di poter l'are nella Città quel che avesse voluto, insuperbito anch'Egli pensò di divenire Signore. E forse gli sarebbe riuscito il pensiere per sempre, se nel procedere fosse stato alquanto moderato, perchè nello stesso tempo Romantello Ursino del Balzo, e Yinceslao Sanseverino [sebbene Signori di più alto lignaggio, e di più potenza] divennero di propria autorità Signori, quello di Taranto facendosi titolar Principe, e questo di Venosa con titolo di Duca. Ma Antonello, parendogli, che ninno potesse ostare alla sua potenza, dominava assai tirannicamente.
   Rob. Fatemi grazia uscire a qualche particolarità di questa tirannide.
   Giul. Volentieri. Aveva costui un assai forte palaggio libero da tutte le parti in piedi della Piazza superiore, nel quale Egli reside-va, come in una casa Regia e voleva ad un tempo, esser Signore, Governatore, e Magistrato nella Città, avendo fatta elezione di un certo numero di cittadini, da lui nominati Senatori, che alle volte convocava a Consiglio in una sala del suo Palaggio , sedendo Egli in Maestà nel più sublime seggio. Poi faceva intendere la sua in tenzione a consiglieri, la quale udita uno si dirizzava in piedi, e fatta prima la riverenza al Tiranno diceva il parer suo, e poi di mano in mano alcuno degli altri, non si ballottando però i partiti, ma essendosi solo quel che a lui parea. Aveva anche fatta scelta di tutti i Giovani della Città aderenti suoi, diputandone alcuni alla guardia del suo Palaggio, altri in circuire, e soccorrere la Città, ed altri la Campagna. E per convocare il Concilio aveva fatto legare una corda al martello della Campana grossa della Catedrale , ( la quale ora noi chiamamo vecchia, e con cert'arte, ed ingegno la faceva tirare dal suo Palaggio, e dato il segno con un certo numero di tocchi convocava il Concilio e con un'altro numero di maggiore raugunava i Satelliti.
   Rob. Era bastante la facoltà sua a sostener le guardie del Palaggio della Città, e della Campagna?
   Giul. Questa dimanda non è da par vostro, avendovi detto, che Antonello era tiranno nella Città, perché si eseguiva quanto Egli comandava: e per la prima si aveva occupate tutte le rendite dei Cit-

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