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tadini scacciati, taglizzava, ed angariava i Mercanti forastieri a sua discrezione; il simile faceva a cittadini neutrali, ed ai contadini facoltosi, e se alcuno ricusava, per dar terrore agli altri, o gli facea ardere la casa, o lo faceva scoppiare, e schiattare di mazze.
Rob. Oh ! come si sopportava sì altera tirannia ? Era del tutto mancata la giustizia nel Regno ? Oli altri cittadini erano tutti privi di consiglio, e di forze ?
Giul. La qualità del tempo apportava queste cose. Ma se vi fate meraviglia, che un cittadino nobile, e potente s'impadronisse di questa Città picciolissima, rispetto a Roma, ed a suo modo la tiranniz-zasse, quando stareste ammirato, udendo, che un cittadino Romano di stirpe ignobile, e plebea, di professione Notaio poco prima di questi tempi tirannizzasse Roma Regina del Mondo.
Rob. Questo è assai più meraviglia. Chi fu questo Notaio, che tirannizzò Roma.
Giul. Al tempo di Clemente VI. Sommo Pontefice risedeva in Avignone, e Roma, da due Senatori Vicarii de! Papa era governata. Un certo Nicolò di Renzo Uomo di alti pensieri, ma assai più di quel che al suo grado si conveniva, ebbe intenzione d'impadronirsi di Roma, e per mettere ciò in esecuzione, primieramente procurò l'amistà di molti della sua condizione, esortandoli a riacquistare l'antica libertà romana, e perchè era molto intendente, e prattico d' I-storie, l'informava del procedere degli antichi Romani, poi diceva esser necessario mutar la maniera del Governo, riformarlo, e ridurlo all'antica usanza, soggiungendo, che Roma essendo stata Reina del Mondo, ed avendo perduto il suo governo, essi erano obbligati riformarlo. Queste, ed altre simili parole erano ascoltate volentieri del Popolo, facile a credere, e trovò tanto applauso, che crescendo le genti a suo favore, un giorno s'impadronì del Campidoglio, senza che alcuno gli facesse resistenza. Levò poi i Senatori Vicarii del Papa, e pigliò Egli tutto il governo della Città, facendosi chiamare Nicolaus Severus, et clemens Tribunus pcicis, libertatis, et iustitiae, et illustris liberator Sacrae Reipubticae Romcmae. Fece poi nuovi Senatori, ed ordinò il governo nel modo degli antichi Romani, ed il tutto con ubbidienza mirabile, come che se fosse da Dio mandato. Volò in un tratto la fama per tutte le Città d'Italia, ed in quel principio fin al Petrarca, che a quel tempo vivea ne re-