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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   Giul. No, ma li tengo copiati in questo sommario, ed eccoli u-dite: Nobilis Vir Iacobus de Acquaviva, genìtus magnifici, etegre-gii Viri Corradi de Acquaviva de praesentis vilae miseria, ad alte-rius divina e vilae gloriam Iransmigravit Die XVI. Decembris 1312. Obitus Domini Rainaldi de Acquaviva Venerabilis Episcopi A-prutini 1311. Obitus nobilis Dominae Dnae. Tomassiae relictae nobilis militis Rainaldi de Acquaviva, et mater venerabilis Patris Rainaldi de Acquaviva. Obitus magnifici Viri Francisci de Acqua-viva die 19 Decembris 1338. Obitus magnifici Petri, magnifici An-dree de Acquaviva 1335. Domina Imperatrix Uxor Domini Mal-tei de Acquaviva obiit. Obitus Sanzi de Acquaviva. Obitus Fran-cisce filie olim Domini Roberti de Acquaviva. Domina Govigosa Uxor Domini Riccardi de Acquaviva obiit. In quest'ultimo non sta il millesimo.
   Rob. Veramente per quanto avete detto si dimostra mutua amorevolezza tra gli Acquaviva, e la nostra Patria. Or ditemi quanti figli lasciò dopo di se ?
   Giul. Io ho notizia solo di uno chiamato Andrea Matteo, il quale restò Erede di tutti i suoi stati.
   Rob. Ne meno sapete, se Andrea Matteo dominasse questa Città ?
   Giul. Prima, che Io parlo di lui, e degli altri successori in questa nostra Patria è necessario, che replico seu ricomincio l'istoria del Regno, acciocché il nostro ragionamento vada col suo ordine.
   9.
   Rob. Fate come volete che Io starò a sentire.
   Giul. Essendo morto il Re Carlo nel modo, che si dice, e la Regina Margarita, non avendo potuto ottenere, che fosse gridato Re Ladislao suo figlio, ch'era di dieci anni, e vedendo le dissenzioni, e le diverse volontà de Baroni del Regno, si ritirò in Gaeta, come in un luogo più sicuro, e fedele, siccome in effetti fu, perché quantunque la maggior parte del Regno si ribellasse, quivi ella fu sempre ritenuta Regina, senza patir alcun disaggio, fuorché di mente. Mori poi nell'anno 1389 Papa Urbano, ed i Cardinali, che per la maggior

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