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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   avendo resistita quattordici anni dalla morte del Re Carlo alii nemici del suo Re figlio.
   Rob. Che contiene di sostanza il privilegio ? Qiul. Rimette all'Università tutti i tributi , che doveva per il passato, e gli sceme in gran parte per l'avvenire.
   10.
   Rob. Che fine ebbe la guerra tra li due Re Luigi, e Ladislao ?
   Giul. Già vi ho detto, che Luigi nel fine dell'anno 1389 era stato accettato Re in Napoli, ma dopo lunghi combattimenti prevalse l'autorità, e la potenza del Ladislao in modo , che nell' anno 1402 riebbe Napoli in suo potere, e poco poi di commissione di Luigi, che spontaneamente s'era partito dal Regno, il Castelnovo, e di mano in mano'riacquistò tutto il Regno. Venendo poi l'anno 1404, ed avendo il Re maritata Giovanna sua sorella col Duca d'Austria [altri dicono di Sterlikc] volse egli in persona accompagnarla sino a Zara ed indi mandò in compagnia di lei fin in Austria settanta, e più Cavalieri Napoletani, tra quali fu uno de principali Andrea Matteo Acquaviva figlio, ed erede del conte Antonio, del quale poco prima abbiamo ragionato, ed al quale il Re Ladislao aveva dato il titolo del Ducato d'Atri a grazia di Papa Bonifacio, ch'era, zio carnale della moglie del Duca. Già in questo tempo il Re aveva acquistato tutto il Regno, fuorché lo stato di Taranto, ch'era assai grande, difeso da Ramontello Ursino Principe di esso di fazione Angioina. Ma essendo nel 1405 il Principe passato all'altra vita, venne in pensiero al Re di acquistare quel Principato, ed avendo raccolto un buon Esercito, vi andò in persona, ed al primo tratto all' apparire delle trombe le terre di minor conto gli diedero ubbidienza. Pose poi l'assedio intorno la Città di Taranto già per prima ben presidiata dalla Principessa Maria di Eugenio vedova di Romandello Ursino. E benché il Re avesse buon esercito per terra, e per mare, cinque navi grosse, e quattro galee, tuttavia considerando l'assedio esser malagevole per molte cagioni, e la Città per forza non potersi avere, si pentì di esserci andato, dicendo, che a persistere pei'dea

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