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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   il tempo, e nel partirsi la riputazione. Or stando a questo assedio, ebbe nuova, che il Duca d'Austria suo cognato era morto, onde con questa occasione con pochi cavalli si parti, lasciando il Duca di Atri generale dell'Esercito.. Ma quei del presidio di Taranto, ch'erano i Baroni principali del Regno, come seppero, che il Re si era partito, uscirono nel campo con tanta ferocità, che, se dalla gran virtù del Duca non fosse stato difeso, sarebbe andato in rotta. Il Re poi conoscendo, che l'assedio di Taranto costava assai con poca speranza di utile l'agosto del 1406 richiamò in Napoli l'esercito, ed il Duca, il quale essendo andato al suo Stato di Apruzzo, fu ucciso [dice iì Carata] da suoi Vassalli della Città di Teramo, della quale morte il figliolo poi fece asprissima vendetta.
   11.
   Rob. Dunque fu ucciso in questa Città il Duca Andrea Matteo ?
   Oiul. In questa.
   Rob. Da chi ?
   Oiul. Da Enrico di Melatino, contro il quale, e contro alcuni altri non colpevoli fu fatta gran vendetta, e nel calendario altre volte citato stà scritto assai seccamente, non facendo menzione di caosa di luogo ne meno dei uccisori di questo tenore: Inteffifectus fuit magnifìcus, et nobilis vir Dux Adrie Andreas Mattheus de Acquavita die decimo seplimo Mensis Februarii 1407, cujus a-nima requiescat in pace, ed un'altra scrittura sol dice, che Errico di Melatino ammazzò il Duca di Atri, che gli si era fatto compare.
   Rob. Non sapete la cagione della morte, come passò il fatt), e cosi della vendetta ?
   Giul. Da molti avevo udito dire, che fu per caosa di onore di una Donna di casa d'Errico, e che subito in vendetta della morte dei Duca furono uccisi Errico, il fratello, e due figlioli. Ma essendo successa la morte del Duca di Febraro del 1407, ed avendo poi letta una scrittura pubblica del Gennaro del 1108 sottoscritto di mano Errico, per la quale si dimostra, che in quel tempo era vivo, e

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