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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   J. -
   se ne venne per barca in Puglia, ove da molti cavalieri napoletani, e di altri luoghi del Regno fu visitato. E per l'odio, che portavano a Pantolfello, il quale aveva persuaso alla Regina, che il conte non dovesse tenere il titolo di Re fu da tutti salutato Re, fuorché da Sforza, ch'era gran contestabile, e benevolo della Regina. Entrato il conte in Napoli, fu contrattalo il matrimonio, ed indi a non molti giorni, ebbe per tradimento il Castelnovo, poi fe' morire Pantolfello di vituperosa morie, tormentare Sforza, tolse alla Regina quasi ogni autorità, e compartì i principali ul'Ileii del Regno a suoi Francesi, dando l'ufficio del Grancontestabilato ad un certo Lordino, che con lui era venuto. Or Sforza non molto dopo per opera, ed industria di Margherita sua sorella, e degli altri parenti suoi, eli' erano nel Regno fu scarcerato; al Colile Giac: fu tolta per opera della Regina l'autorità, che si aveva arrogata; ai Francesi furono levati gli uffi-cii, e reso a Sforza il Grancontestabilato. Mentre successero queste cose Lordino Francese, che dal Conte Giacomo era l'alto gran Contestabile si trovava in Apruzzo con un squadrone di Gente d'arme, ed avendo udito la privazione del Conte, dal quale dipendeva la sua autorità, si avviò alla volta dell'Aquila, credo con intenzione di saccheggiarla, ma opponendogli i cittadini, non potè entrar dentro, anzi uscendo molti dalla Città ad assaltarlo, fecero prigione un principale di quelli di Lordino; di modo che per riaverlo si accordò di partir via, e non più molestare la Città. Se ne venne poi alla volta di Teramo, e con l'istessa intenzione, ed essendo incontrato dai Melatini, ch'erano exilii, fu da loro sollecitato ad accelerare la venula con promissione di gran preda; ed accostatosi alla Città gli furono similmente serrate le parte. Ma Lordino contro la sua fiera, e barbara natura piacevolmente persuase ai Cittadini a lasciarlo entrare, dicendo esser venuto per pacificare la Città, e ridurla nella sua pristina quiete. Ma entrato di dentro il di 18 di Giugno (1) 1416, ed avuta la Cittadella in suo potere, nella quale era Castellano per la Regina Angelo Spinella di Napoli, lè il contrario di quanto aveva
   (1) Nel mio manoscritto e in altri, comparati da me e dal Palma a suo tempo, si legge Giugno in luogo di Luglio come nel Necrologio trasalito dall'Antinori.

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