gli Congionti in sangue non sò, con che animo potevano vedere ripatriare gli offensori; i quali, avendo scritto in polvere le atroci offese, e tenendosi sicuri per le paci fatte la notte precedente al dì 6 di Gennaro 1420 dalle reliquie della fazione degii Antonelli, della quale erano, come Capi Colantonio Lelio, e Giov. Fazio, furono molti di loro uccisi dentro le case nei proprii letti, ed alcuni per le strade, che imprudentemente uscivano a quel rumore fra quali, dico de segnalati fu Giacomo Ranerio, che discendeva dalla famiglia degli Arcioni romani, de quali abbiamo pur oggi ragionato.
Rob. Non fece dimostrazione la Regina di questo secondo eccesso, come anco delle paci rotte ?
Giul. Ascoltate, che non ho ancora finito di dire. I seguaci di Colantonio, e di Giovanni, a quali erano state diroccate le case al tempo di Lordino, non sazii dei molti omicidii, che avevano commessi, avendo sfugati fuori dalla Città i nemici rimasti vivi, volta-rano anch'essi la rabia contro le case, gettandone molte per terra; a tant'odio, ira, e furore erano venuti i nostri Cittadini.
Rob. Oh che infelice secolo per la Città fu questo!
Giul. Anzi infelicissimo, perchè s'era disviato del tutto il commercio, ed il trafico, ed i Mercanti Fiorentini, eh' erano venuti a mercantare in questa Città, e l'avevano nobilitata , ed arricchita e-rano andati via, non potendo resistere alle taglie or di uno , or di un'altro fazioso. I forastieri scanzavano la strada non solo non volendo passare per la Città, ma ne meno pel suo territorio ; talché era rimasta quasi deserta, ed abbandonala.
Rob. E la Regina non faceva provisione a tanto inconveniente ?
Giul. La Regina stava anch'ella occupatissima, e ripiena di travagli per una nuova guerra, eh' era mossa nel Regno, la cagione della quale, acciò la possiate ben intendere, è necessario tornare alquanto indietro-