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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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    129 
   16.
   Già vi ho detto, che la Regina Giovanna I. avendo udito, che Carlo Durazzo se ne veniva all' acquisto del Regno, per pubblica scrittura donò, ed istituì suo successore, ed erede Luigi di Angiò secondogenito del Re di Francia, il quale, essendosi preparato con buono esercito, per venire a soccorrere la Regina, sebbene poi udì, ch'era morta, volse venire in Regno. E venuto in Puglia al fatto d'arme coli'Esercito del Re Carlo, le sue genti furono rotte. Egli restò ferito, e fra pochi giorni di passione d'animo morì. Di questo Luigi restò un figlio nominato similmente Luigi, che come erede del padre, fu investito, e coronato del Regno di Avignone da Clemente Antipapa, il quale due volte venne ad infestare il Re Ladislao, e già si aveva acquistato il Regno, ma non lo seppe tenere. Di questo secondo Luigi restò similmente un figliolo detto Luigi III., che mosse guerra alla Regina Giovanna II., ed intendete come. Era a quel tempo in Italia un valoroso Guerriero detto Braccio da Montone, il quale di propria autorità si era insignorito di Perugia, e di alcune altre Città dello Stato Ecclesiastico, e perciò da Papa Martino V. fu scom-municato. E giudicando esso Pontefice le sue forze non esser bastanti a reprimere la insolenza di Braccio, ricorse per aiuto alla Regina, la quale in favore del Papa mandò Sforza gran Contestabile con tre mila cavalli: e venuto al fatto d'arme col nemico l'esercito ecclesiastico, e di Sforza fu vinto, e posto in fuga. Sdegnata di questa rotta la Regina, credendosi, che Sforza avesse avuto secreta intelligenza con Braccio lo licenziò, e privò del gran Contestabilato. Il Pontefice sdegnato similmente con la Regina, si accordò con Braccio al meglio, che potè e la privò del Regno , investendone questo Luigi Iti., del quale abbiamo cominciato a ragionare. Privato Sforza, rimandò il bastone della sua dignità alla Regina, e con i suoi cavalli si mise al servizio di Luigi, che del mese di agosto del 1420 con una buona armata se ne venne sopra Napoli. La Regina povera di danari, di aiuto, e di consiglio, ebbe ricorso ad Alfonso Re di Aragonia, che a quel tempo guerreggiava in Corsica con Genovesi, promettendo adottarlo pei' figlio, e lasciarlo erede del Regno dopo

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