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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   febraro seguente, per gratificare la Città, li concede, che ogni anno in perpetuo nel mese di maggio possa far fiera nella Piazza del Mercato , la quale duri quindici giorni , da cominciare 1' ottavo di detto mese, ne quali i compratori, e venditori siano fianchi, e liberi, ed immuni da ogni gabella, e che le mercanzie si quelle di Regno, come anco quelle, che riportassero fuori di Regno siano franche da ogni pagamento di fondaco, di dazit, eli gabelle, di passaggi, e di ogni altra gravezza imposta, e da imponersi, e che la fiera si debba chiamare di S. Michele Arcangelo.
   Rob. Come si dismise tal fiera , di che oggi non si ave notizia alcuna ?
   Qiul. Non ve lo so dire, ma credo, che per le nemicizie, che appresso seguirono i mercanti o essendo angariati, orubbati, o per altro infestati cominciarono a poco a poco a tralasciare il trafico, finché si ridusse a niente.
   Rob. Mi duole pur assai, e non vorrei averlo udito. Or ditemi Giosia fu Governatore, o Signore della Città ? Che si trova scritto di lui '?
   19.
   Qiul. Già vi ho detto esserci sialo introdotto da Angelo Cola Crollo con promissione di farlo Signore di essa Città, e che la Regina l'aveva confermato Governatore a beneplacito suo, ma egli era insieme Governatore, e signore, perchè cosi volean coloro, che ce l'avevano introdotto, non già che ne avesse privilegio della Regina.
   Rob. Negli ordini, e privilegii spediti ad istanza della Città dopo che Giosia n'ebbe il governo non si fa mai menzione di lui ?
   Qiul. Solo in un ordine dei 4 di febraro 1426.
   Rob. Che contiene quest'ordine ?
   Qiul. Già vi ho detto, che nella discorsione di Lordino nell'anno 1416 furono gittate a terra, ed abbruggiate molte case della fazione degli Antonelli, [così chiamo questa fazione, e benché i figlioli erano tutti mal capitati ed estinta la loro stirpe] e nell'anno 1420 molte altre case della fazione dei Melatini, le quali case in questi tempi, de quali ragionamo, erano dissabitate anzi ridotte in Casaleni.

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