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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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    141 
   contrare l'armata de Genovesi appresso l'Isola di Ponza il di quinto di agosto del 1435, ed azzuffati insieme, l'armata di Alfonso restò vinta con morte di molti, restando egli prigione, e Giovanni Rè di Navarra suo fratello, ed Errico Maestro di S. Giacomo, similmente fratello, Gio: Antonio Orsino, Giosia d'Acquaviva, ed altri Baroni del Regno, ed Uomini di conto. Furono condotti questi prigioni da Genovesi ch'erano nell'armata, al Duca di Milano, il quale raccolse il Rè, e tutti gli altri non come prigioni, ma come amici.
   3.
   Seppe Alfonso così ben dire, e persuadere al Duca, ch'era meglio per sicurezza del suo stato favorire gli Aragonesi in Italia, che i Francesi; ed ebbero tanta forza le sue persuasioni, che il Duca lo mandò libero all'acquisto del Regno, il quale mentre era combattuto dalla fazione Aragonese, e dall'Angioina, Francesco Sforza, detto anche dagl'Istorici il Conte Francesco, aveva tolto alla Chiesa gran parte della Marca d'Ancona, vedendo il Regno cosi diviso, per allargare il suo dominio, la primavera dell'anno 1438 mandò le sue genti ad occupare questa città, Civitella, e tutte le terre, e chstelii di Giosia. Fù questa Città per cinque anni dagli Ufficiali del Conte governata, ed a quel tempo fu fatta fassisia vecchia, siccome in più luoghi di detta assisia si legge, ed in specie in un luogo così stà seri Ito: Ad honorem igitur, el gloriam Omnipotentis Dei et Beatae Yirginis, quorum auxsilio vivimus, el movemur, nec non ad stalum, el exaltationem Illustris Principis, el Excelsi Domini Francisci Sforliae Vicecomìtis Cotignole et Arrianì Comitis civi-tatis Terami Gubernatoris, et Domini (Regno Siciliae suo Rege vacante) et slàtum tranquillum, et pacificum huius civitatis (1).
   (1) Questo passo delle Assiste riferito dal nostro autore è prezioso per fissare sicuramente la data degli Statuti Teramani il cui originale si conserva nella Biblioteca del nostro Liceo Melchiorre Delfico. Fi testo alteralo dice cosi:
   Ad honorem et gloriam omnipotentis dei et beale Marie Vir-ginis quorum auxilio vivimus et innovemur. Ad statimi el exal-tationem Illustris Principis el Excelsi domini Domini Alfonsi dei gratta Aragonum, Sicilie citra et ultra Farum, Valentie, Yeru-salem, Ilungarie, Maioricarum el Corsic.e Incliti Regis Cornile Barchyone etc.
   V. Fr. Savini. Statuti del Comune di Teramo, p. 19.

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