145
ritevoli di accrescimento di dominio, e non privarlo di quello, ch'egli, il padre, e l'avo per molti anni avean posseduto: e che però la Maestà sua prima che facesse ferma risoluzione, doveva molto ben pensare. Ma il Re, essendo a pieno informato che i Signori Ac-quavivi non erano mai stati legittimi padroni della Città, gli rispose a viso aperto, volerla conservare nel suo antico demanio; e partito dalla Città si avviò verso Napoli, avendo posto il Castellano nella Cittadella, che in nome di esso Re la tenesse. Giosia avendo inteso la ferma volontà del Re, si parti anch'egli dalla Città, e stette alcuni giorni, varie cose tra se discorrendo; poi si risolse di volersi partire dalla sua amicizia, e con qualche altra via tentare di riavere la Città. E consultatosi con i Mazzaclocchi parteggiani suoi, ch'erano di non poco numero, ed avevano fatto loro Capo Marco di Cappella giovane borioso ed altiero. Dopo molti discorsi avuti tra di loro fu conchiuso di ricorrere per agiuto al conte Francesco, che a quel tempo residea nella Città di Fermo, e fu cosa facile ad ottener gente, perciocché il conte odiava estremamente il Re Alfonso, e voleva tentare di accender nuovo fuoco nel Regno. Onde mandò in agiuto di Giosia un buono esercito guidato da Antonio Triulsi , del quale era Luogotenente Sebastiano da Canosa. Voglio qui avvertirvi, se mai legeste l'Istorie di Milano di Bernardino Corio, o quelle del Regno di Collenuccio, o del Carrata, i quali scrivono, che Giosia d'Acquaviva, ed il Popolo di Teramo si ribellarono ad Alfonso, chiamando gli Sforzeschi, che si ha da intendere, che Giosia, ed i Mazzaclocchi Teramani parziali suoi si ribellarono, non già i Cittadini in universale, che stettero costanti nella fedeltà del Re, e sostennero l'assedio più di sei mesi, ne' quali, per esser colti impro-viso, trovandosi alieni dal pensiero di tale assedio, non si erano proveduti di vettovaglie, e per tenere la Città ben munita di gente atta all'armi, avevano introdotti nella Città più di mille persone del contado e dei Castelli soggetti al Vescovo. Di modo che , essendo del tutto consumata la farina, e mancato il grano si ridussero per molti giorni, a mangiare le carni di animali sordidi, ed ortiche, e malve cotte, condite solo col sale, ma non a sufficienza. Per il che molti vecchi per mancamento di sostanza cadeano d'improviso morti in terra in vista de' proprii figli: e molti fanciulli spiravano per la fame nelle braccia delle proprie madri.