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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   noscere qual dovesse avere la vittoria. Ma venuta la notte, il Piccinino, fatto di tutto l'esercito di cavalli uno squadrone serrato lo spinse con tanto empito contro i nemici, che furono costretti a ri-lirarsi ai ripari del campo. Allora Federico, che impedito dalla gotta si trovava nel letto, si fe porre a cavallo, e con quei, ch'erano rimasti alla guardia del campo fe far testa a coloro, che fuggivano, ed in questo modo reintegrò la battaglia. Onde il Piccinino avendo latto sonare a raccolta si ritirò al suo campo. Dicono, che la mattina era miserabile spettacolo vedere il numero dè cavalli , e degli uomini morti, e dei feriti, che stavano per spirare, e che altro non si udiva nell'uno, e nell'altro campo, che gemiti, lamenti. La notte seguente Federico, ed Alessandro, lasciati i feriti, e gli arnesi meno necessarii, ripassato il Tronto, se ne andarono alle Grotte; e volendolo seguire il Piccinino, i Caldoreschi dissero non voier passare il Tronto con le genti, acciocché le loro terre non restassero in preda di Matteo di Capoa, e degli altri capitani Aragonesi. Mi accorgo essermi allungato più del solito , in raccontare tal fatto d'armi, ma per esser successo in queste parti, e per esser stato ( dicono gli scrittori ) il più segnalato fatto d'armi da molti anni, meritava, che più particolarmente ne ragionassi.
   Rob. Ove credete, che fosse questa si sanguinosa giornata ?
   Giul. In quel piano di qua dal fiume Tordino all'incontro della massaria de Passarani di Giulia, o poco più giù verso la marina (1).
   Rob. Assi notizia a questi tempi in Giulia di questa giornata ?
   Giul. Niuna, che io sappia, anzi ragionandone un giorno con dio: Tommaso Passarano Dottore di medicina così alla lunga, come ho fatto con voi, ne restò ammirato, anzi mostrava non voler credere, che fosse stata in queste parli, argomentando, che suo padre, ( originario di S. Flaviano Terra non discosta da dove fu tal fatto ) 1 quale era gran investiga toro, e specolativo dei fatti antichi, e ricontava molte cose delle guerre del Re Ferdinando, e di Giosia, non
   (1) Ove ancora si vede Fantichissima chiesa dell'Annunziata e intorno al colle, detto Terra Vecchia dove oggi s'incrociano le strade carrozzabili e ferrate,

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