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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! a disposizione la copia del volume. [Home Page]
se. I quali soldati furono allegramente, e col riso in bocca raccolti dalle donne (essendo nelle loro case andati i parenti, che non erano nè dell'una, nè dell'altra fazione) le quali simulatamente diceano aver con desiderio aspettato questo giorno, perchè non poteano resistere alle insolenze degli Ufficiali del Signore, non essendo i cittadini padroni, nè di cavalli, nè di muli, nè di qualsivoglia altro mobile, che senza esser loro chiesti dai sbirri, e da altri servitori di conto erano levati: e che per l'avvenire non avevano ad aspettare, che essere a loro donne tolto l'onore: e crediamo anco , che a questo sariano venuti, se voi da tal servitù non ci avressimo liberati. Furono di tanta forza le parole di queste donne accompagnata con la prudenza, procedere, e bella maniera, che molti soldati s'intenerirono di compassione, e credendo, che dicessero da vero (e fosse che da alcune si dicea) che mutarono l'animo che aveano di saccheggiare le loro case. Avuta, ch'ebbe il Viceré la Città in suo dominio per la prima (essendogli di ciò fatta istanza dal Magistrato) ricevette in grazia, e rimise ogni antica colpa a Mazzacloc-chi, che volsero nella Città restare. Poi fè intendere per un Araldo al Castellano, che lasciasse la Cittadella, permettendo, ch'egli ed i suoi soldati se ne fossero andati salvi con te loro armi dovunque avessero voluto: altrimenti si avessero aspettato, che fosse presa a forza, l'auria fatto appiccare ad un merlo del torrione di essa. Ma dal Castellano gli fu risposto, che non poteva, nè doveva con onor suo lasciarla, e che a tutto suo potere saria stata da lui difesa. Onde il Viceré ordinò , che fosse assediata , e si facessero i bastioni, per poterla battere, il che in meno di due giorni fu fatto, perchè le donne della città, eziandio le nobili degli Spennati portavano le fascine in testa per le trinciere.
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