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tra di loro nemici, ed una neutrale. Riceverono nella città Giosia con giubilo, allegrezza, e festa, come voi dite, i Mazzaclocchi amorevoli, e partigiani suoi, con i quali aderivano la plebe , ed alcuni dei neutrali (avendovi già detto, che i principali della fazione spennata s'erano partiti) fu poi introdotto nella città il Viceré dagli Spennati nemici di Giosia, che senza nota d'incostanza, nè d'infedeltà il poterono fare, non essendosi trovati all'ingresso di Giosia nella città, nè consentito nella possessione, nè giurato vassellaggio. Ne meno gli altri cittadini, ancorché Mazzaclocchi devono esser tenuti, e tacciati d'incostanza, nè d'infedeltà, perchè riceverono ed accettarono Giosia per Signore per ordine del Re Supremo Signore, e credendo, che fosse a lui fedele, ma essendoglisi ribellato, ed accostatosi con i nemici del Re essi cittadini fecero benissimo a scacciarlo dalla città fedele al Re sebbene avessero detto muora, muo-ra il Signor Giosia.
Rob. Veramente è, come voi dite, ma non da ciascuno è cosi sottilmente considerato, massimamente da quelli , che non sanno queste particolarità, o essendo nostri malevoli vanno cercando il pelo neli'ovo, per biasimarci.
Giul. Dica pur ciascuno quel che gli pare, la vera è come ho detto io, ed i cittadini meritano di questo fatto lode, e non biasimo.
Rob. Or lasciate i! ragionar colerico, e seguendo l'istoria, dite se la Cittadella fu pigliata a forza, o a patto.
Giul. R Castellano vedendo le trinciere, e bastioni già fatti, e gli altri preparamenti, e vedendo le minaccie del popolo, ed i gridi de fanciulli, e considerando l'animo ostinato del Viceré, e non sperando soccorso da parte alcuna, ed essendo anco persuaso, e consigliato da un Camplese mandato dal Viceré che gli offerse quattrocento docati di mancia sotto colore delle paghe dei soldati, che doveano avere da Giosia, s'indusse a lasciar pacificamente la Cittadella. Ed essendo apparecchiata una banca alla prima porta , per contare i danari, che per essere di diverse monete stavano in più sacchetti, stando alla porta di dentro il Castellano, e di fuori il Te-soriero, certi giovani di Teramo (o che fosse cosa concertata, o di loro cervello, non si sa) gettarono la banca a terra con le sacchette, dicendo che danari, che danari, ed mirarono di botto nella Cittadella, scacciandone i soldati Angioini privi delle loro armi , ed il