Castellano deluso , e con le beffe se ne tornò a casa sua. Avuta ch'ebbe il Viceré la Cittadella, ci pose il Castellano in nome del Re Ferdinando, ma i cittadini non potendo tollerare, che stasse in piedi, fecero istanza al Viceré che conforme al patto tra loro capitolato, la lasciassero diroccare. E cosi trentasei giorni dopo, che fu presa, e cinquanlasei dopo ch'entrarono nella città, avendone il Viceré fatto cavare fin a dodici some delle più preziose robbe che in essa si trovarono, cioè argentane, vesti di seta, di velluto, e broccato della Duchessa, tapezzarie, ed altri mobili di valore, diede licenza, che si diroccasse. Onde i Teramani fattene cavare certe bocche di fuoco, ch'erano di ferro, ed alcune altre cose di poco momento a furor di popolo la gittarono a terra, lasciando da piede la metà del torrione, che serviva per maschio della fortezza, eh' ora serve per torrione della porta della città.
Rob. Credo, che questa Cittadella secondo il dir vostro, era una bella cosa a vedersi.
Giul. Per quanto io ho letto in alcune memorie , ed ho udito raccontare dagli vecchi, e per i vestigii, che finora si veggono, era un edifìcio regale, fabbricato non senza gran spesa perciocché olire che era di grossissitne muraglie, ed il tutto a volte, v' erano spaziose sale, cameroni, fondachi da conservar robbe, cantine, e prigioni sotterranee. E nel cortile vi era una gran cisterna da acqua, ed una fontana, che fin a questi nostri tempi (ancorché in poca quantità) scaturisce l'acqua. Era da tre lati circondata da larghi, e profondi fossi, e dall'altro lato verso settentrione vi era una gran peschiera, che con le barchette si navigava per essa al modo che per l'antiche naumachie di Roma, avendovi Giosia fatto condurre l'acqua un miglio lontano per canali sotterranei, che finora quasi del tutto rovinati si veggono. Vi tenea nel cortile Giosia simie e gatti maimoni, ed in una cassetta fuori della Cittadella due leoni , mandatigli a donare dalla Repubblica di Firenze, e nei fossi stavano sempre lepri, ed altri animali di spasso (1).
(1) Oggi sono scomparse anche le ultime tracce. Il Castello sorgeva ove oggi il palazzo Cernili-Irelli e il maschio della cittadella ove le colonne del corso S. Giorgio. L'acqua per la fonte e la