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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Rob. Non fece prova Giosia di riavere poi la città?
   Giul. Le cose del Re andarono sempre .crescendo di bene in meglio. E l'anno seguente 1462 i Popoli furono vessati da una gran carestia, ed (oltre la continua guerra) da una crudele peste. Dalla quale Giosia, trovandosi in Cellino dopo di aver veduto morire la Duchessa, i figlioli, e tutti i suoi domestici, mori anch'esso il giorno vigésimo secondo d'agosto di detto anno.
   Rob. Chi restò erede negli stati suoi ?
   Giul. Il conte Giulio suo figlio, il quale a quel tempo era capitan generale delle genti del principe di Taranto suo suocero, ch'an-co esso l'anno seguente morì di notte nel suo castello di Altamura, non senza sospetto, che fosse stato soffocato. Il conte Giulio dopo la morte del suocero, vedendo, che il figliolo bastardo del principe non era abile alla successione di tanto Slato, e che i popoli inclinavano tutti alla divozione del Re Ferdinando: andò con gran fiducia a trovarlo, ed a consegnarli tutte le sue genti, dal quale fu benignamente, e con grate accoglienze ricevuto, e da quel giorno fu sempre in luogo onorato tenuto; e, siccome un altro giorno diremo, si servì di lui in tulle le imprese di pace, e di guerra con grandissima fede.
   Rob. Essendo il conte Giulio in grazia del Re tenuto, come voi dite in grado onorato, non cercò mai di riavere la città di Teramo?
   Giul. Io tengo, che il conte avendo l'animo intento a più alte imprese poco conto facesse aver il dominio di questa città, tanto più, perchè oltre i stati paterni, de quali era rimasto erede, possedeva un gran stato in Puglia, ch'era dote di Caterina Orsina sua moglie, figlia, come altre volte ho detto, del principe di Taranto. Ben è vero, che gii fu riconceduta la città di Atri la quale avendola Matteo di Capua al tempo, che le guerre bollivano, e che fu ritolto Teramo, racquistata al Re, l'ebbe in dono da lui col titolo di Duca.
   Rob. Come sapete, che Matteo di Capua fosse Duca di Atri ?
   Giul. Il so, per aver udito da molti che il potevano sapere, e per aver letta provisione del Re, la quale così comincia: Ferdinan-dus Dei Gratta Rex Hierusalem, Siciliae et. cet. litri, et magnifico viro Matteo de Capua Duci Adrie strenuo armorum Capitaneo nostro in Provincia Aprutii Viceregi et in fide. Daium in

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