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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   intessuto di bosso, e d'oliera, in mezzo della quale stava dipinto il tempio di Giano, che da una donna coronata, e Realmente vestita colla man destra si serrava con un motto Perpetua Quies. E nell'entrare della piazza del mercato un altro similmente di legname, e di tela nel quale da atnbidue lo parti erano dipinte quattre donne rappresentante le quattro stagioni. La prima con fiori in mano, la seconda con le spighe, la terza con i grappoli d'uva, e la quarta avvolta di pelli non essendovi motto alcuno. Avevano poi fatto coprire la strada grande della Porta Reale fin all'entrare della Piazza con panni di lana di diversi colori (de' quali la Città allora era abbondantissima) per esser ben intessuti, ed accomodati, rendeano dilettevole vista, ed i balconi delle case di detta strada aveano fatto adornare chi con proprj tappeti, e chi con tappeti tolti in prestito agli altri cittadini, che fuori di questa strada abitavano. Or venuto il giorno nel quale la Regina si doveva muovere per venire in Teramo (giacche dalla Città di Penne le secreto spie ne diedero subito avviso) furono mandati cento cavalli, e cinquecento giovani a piedi armati, e ben vestiti (giacché uomini, e donne, vecchi, giovani, e fanciulli a gara si erano rivestiti di nuovi panni, non essendo le seti, e velluto a quel tempo in queste parli troppo conosciuti) ad incontrarla poco discosto da Penne, e con essa se ne vennero. Al fiume Lordino fu la Regina, che con la figlia veniva in lettica, incontrata dai Signori del reggimento, e dai cittadini anziani. Ed arrivati alla Chiesa di S. Maria delle Grazie uscirono di lettica ed andarono a far orazione, poi la Regina Madre montò a cavallo, e subito fu coperta col baldacchino, tenendo la redina deslra del cavallo il capo di reggimento, e la sinistra il secondo. L'aste del baldacchino erano potute dagli altri quattro del reggimento, e dai due sindaci. Arrivati alla Porta Reale, le furono consegnate ledue chiavi di detta porta pendenti da un cordone intessuto di fila d'oro da N. Angelo dal Monte, ch'era cancelliere in nome dell'università, avendo prima recitata una bella dotta, ma breve orazione in lode della Regina, ed in renderle grazie dei beneficii fatti alla Città. Entrarono poi dentro, andando innanzi (dovendo ciò dir prima). Preti, e frati con ricchi piviali sopra, cantando laudi, e rendendo grazie ai Signore, e sonando ad allegrezza le campane di tutte le Chiese. E la Regina, entrata nella Città, voltava sempre gli occhi or qua,

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