Stai consultando: 'Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore ', Luigi Marchesani

   

Pagina (76/442)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (76/442)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   F
   82
   provinciali per tale intervallo di tempo , ctó è boto «gli
   scienziati in giurisprudenza: ei pare che della sola economi* ca amministrazione quel Senato avesse cura, poiché a regio uffitiale la conoscenza nelte civili e nelle criminali cause Ri conferita. Di fattir riprendendosi> da noi il retrogrado cammino da1 Longobardi in là, vediamo 1' imperai or di Costantinopoli Giustino II. nel 568 ordinare che in ciascuna città e terra di considerazione un Giudice fornito di Assessore la legge amministrasse (282): città di non volgar nome era in que' tempi Istonio , e perciò anch' essa dovette accogliere il regio ministro. Avea però il Goto Teodorico, sul finir del .quinto ed incominciar del sesto secolo , meglio consultato «gl'interessi de'cittadini ed alla spedita amministrazione della giustizia, assegnando alle grandi non meno che alle picciole città e terre, quest' uffizi a le col uome di Comite (283). Il .brevissimo regnar degli Eroli dai al 493 non prestò tempo, a mutazioni di polizia. Costantino nel 33o , inno* ?andò assai nella sua nuova regia e nelle alte magistrature ¦provinciali,, non divisò mutar la (accia alla polizia inferiore disposta .nelle città nostre da Adriano.
   Retrocedendo raggiunte abbiamo le di già conte mutazioni ed usurpazioni di Adriano. GÌ' Imperatori , che lo prccederono, nulla acdironp.su i dritti italici. Augusto volteggiò intorno questi e circa i privilegi! del corpo municipale , ma non osò ghermirli : i suoi Patrizii e Consolari piombati su la nostra regione si stavano rispettosi rappre* sentanti di lontano monarca al cospetto de'nostri municipi, da'quali ne potere, ne dritto dì sorta alcuna era stato •ancora distratto. Ne ingcrivansi nella pubblica economia d istornò molti personaggi rammentati dalle nostre iscrizioni, ed i quali in militar colonia qui risederono, eccezion fatta di quel compatriota, che nella sua persona cumulò (se pur ciò non fu in tempi diversi) impieghi della colonia e della città. E pef vero offre^i innanzi tutti Publio Paquio Sceva, (Iscr. 6) che in Istonio i suoi giorni terminò : divider si possono le molte cariche da lui coperte in due generi ; V uno riscontrasi nel sistema amministrativo di ogni citt? romana e Trenta na, l'altro a) romano imperio esclusivamente apparteneva. .Or tolta la edile dignità, i rimanenti uffirii egli potette oc* cu pare o in. Roma o in città provinciale/ma non municipale; e per quanto concerne la Edilità, sei non l'ebbe in Roma, ma in Istopio ,, ciò derivar potè, dall'essere stato nostro ^concittadino ; ed in qualsivoglia modo, ella fu carica della città, e non di Roma. Se Tito Sta torio Proclo ( Ircr. 16 ) al municipal ministerio di quatuorviro quinquennale ( onde
   L