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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IV.
   ATRI.
   Antonio di Malico, dell' antica e polente famiglia degli Acquaviva, investito nel 1382 da Carlo di Durazzo della contea di S. Flaviano, e dopo l'84 di quella di Montorio tolta ai Cam-ponescbi, fattosi nel 90 signore di Teramo, mediante il massacro di Antonello Della Valle da essolui perpelralo con Enrico di Melatine, ebbe in premio dei servigli resi ai durazzescbi, il dì 20 giugno 1595, a titolo di vendita e collo sborso di quindicimila ducati, il feudo ducale di Atri. L' allo dominio di quella terra, capoluogo di cantone nel I Abruzzo ulteriore, riteneva com-pelere alla S. Sede il sommo pontefice Bonifazio IX ; ondechè ad Alberico di Barbiano gran conleslabile del regno ed a Francesco Denlice maresciallo, incaricali da re Ladislao di effettuare la vendita e la infeudazione del nuovo ducalo ali' Acquaviva, convenne prima ollenere 1' assenso del papa '. Queslo fu agevolmente accordato, perciocché l'anno medesinM) Andrea Malico, figliuolo di Antonio, menò moglie una nipote di Bonifazio. Ma Andrea Matleo, succedulo al padre intorno al 1594, aspirando con altissimi inlendimenli a dilatare il suo stato, accolse nel 95 le offerte dei fuorusciti ghibellini di Ascoli, d'insignorirsi della loro cillà ; e dopo energica resistenza dei guelfi, la fece sua, e la ritenne finché gli ahilanli, sollevatisi, ne lo cacciarono intorno la mela del febbraio 1396. Nel quale effimero reggimento di Ascoli, il duca d' Atri improntò monete segnale
   I R. Archivio di Napoli. Reg. 1392—13?3. fol. 141.

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