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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

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a cura di Federico Adamoli

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   nando di rimunerarli, scrivendo loro di Lecce addi 21 dicembre del 63, nel ringraziarli deisagrifizii per lui durati: De le farne vcxatione perdenze morte e tribulationi, le quali non solamente patienter ma voluntariamente havete incorse et voluto sostenere, cognoscemo et affirmamo esser nato el relevamento del stalo nostro et obtentione de questo reame; de le quale cose, non diminutione de la vostra libertà, ma augmenlo de dignissimi varii premii sperare dovete i. La città, sollucherala dalle molte speranze fattele concepire dal rescritto del monarca, gli presentò l'anno appresso per suoi ambasciatori ampii capitoli di concessioni, addì 14 novembre 1464, accordali e firmali in Aversa, fra i quali leggiamo il seguente : Più, supplica la prefata cita che vostra majesta se digne in honore et dignità de ipsa cita concederai che possa bactere et fare baclere la zecca et fare monete de carlini, celle et denarelli, et farli de ciò a la cita predicta autentico privilegio. Rescrisse il re: Placet regie majcstali de concessione sicle ad beneplacitum, veruni in ea non posse cudi alia moneta quam que cuditur in sicla Neapolis 2. Il diligentissimo raccoglitore ed illustratore dei diplomi chietini, Gennaro Ravizza, annotò a questo luogo: « Igno-» ro se ebbe mai esecuzione il permesso di Ferdinando I di » battersi moneta nella zecca di Chieti, ed in qual modo. Cer-« lamento non ne ho veduta alcuna con la impresa della città » e con la croce, come quella coniata sotto di Carlo Vili ».
   E valga il vero, non ha moneta fra quelle di Ferdinando che, battuta sul piede napoletano, porti verun contrassegno della zecca di Cliieli ; e perciò si pare che il concesso privilegio non fosse mai posto in atto. Pure, avendosi conii chietini di epoca assai vicina a questa di cui ci occupiamo, analoghi agli atriani di Giosia Acquaviva e di Matleo di Capua, li reputo essi pure di quella torbida età della congiura dei baroni, quando Chicli era residenza del viceré, vale a dire tra il 1459 e il 65,
   Ravizza. o. e., li, 28. Havizza, o. e.. Ili, 7.

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