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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   maestà vostra tale (Mìcio remcctere ; et che de nova per speciale grafia se permeota et conceda a la dieta cita cagnare et far cognare qualscvole moneta de rame argento et oro, della bontà intrinseca et extrinseca, con lò cugno de casa de Ara-gona, la quale sic la sia de omne tempo valitura et permessa in la cita predicta, senza obstaculo et contrariiate o varietale alcuna de qualscvoglia sicla del regno, in qualuncha modo se havessero ad fare obtincrc de celerò, in preiudicio de la dieta università. Alla quale domanda rispondeva re Federico: Placet regali majestnti remicterc delictum commissum, ut petitur ; quo vero ad conccssionem sicle, sua majestas bene informata dcliberabit*. La relicenza di Federico, per quello concerne la zecca, e il non trovarsi veruna moneta di Chieti da Carlo Vili in poi, ci sono argomenti baslevoli a farci avvertire, nel silenzio del monarca, il suo dissenso; ed il tumulto ivi accaduto il 20 gennajo 1499, mentre vi stava acquartieralo quel re, ci è prova che l'antica fede dei cittadini alla casa di Aragona erasi di molto raffreddala, se non anche del tulio spenla, nò Chicli poleva più ripromellersi nuovi privilegii.
   1 Ravizza, o. e., Ili, 23.

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