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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

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a cura di Federico Adamoli

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   Ugolino di Napoleone I avea lasciali cinque figliuoli, Pier-giampaolo, Nicolo, Giovanni, Francesco ed Orso, eredi de'feudi paterni, e di quelli già posseduti da Leone Giordano. Ad Orso, nel 1424, Alfonso di Aragona confermava in nome della regina Giovanna, del pari che a'suoi fratelli, il feudo baronale di Guar-diagrele cogli antichi privilegii, fra cui quello pure è da ritenersi compreso della moneta. Reputo perciò spellare a quest'epoca l'altro bolognino delineato al n. 40, sul cui lato anteriore il nome IOHA * REGINA, preceduto da un fiordaliso, circonda le consuete sigle GJ*V*A*R* disposte in croce, come in quello di Ladislao, in mezzo alle quali sta parimente una rosa ; e sulla faccia posteriore una mezza figura di santo pontefice, fedelmente imitala dai bolognini aquilani, ma colla leggenda * s* LEO «PAPA*. Notevoli la ortografia del nome della regina lOHAnna, diversa dall'aquilana IVHAHDA, la somiglianzà del tipo fra le monete delle due zecche, della quale altro esempio vedremo in Ortona, e la lieve scadenza di peso dal bolognino di Ladislao, di circa un acino, che ci accusa un' epoca più recente ; dal che si pare quanto a torlo il Vergara ed il Muratori abbiano assegnalo queslo pezzo alla prima Giovanna.
   Sembra che i figliuoli di Ugolino non godessero a lungo il feudo di Guardiagrele dopo la conferma del 1424, poiché nel 56 re Alfonso ne infeudava, come di bene demaniale, il suo fedele Marino di Alagno: In anno 1456 rcx Alphonsus, asserendo li servitii grandi fattili per lo magnifico et dilecto carne-riero suo Marino de Alaneo dalla sua fanciullezza uliliter et devote, volendo mostrarli alcun segno di gratitudine, dona al detto Marino prò se et suis liaeredibus et successori bus ex suo corporc legitime descendentibus, inter alia, la sua terra demaniale et de antiquo suo demanio cxistentem de Guardia Grclc della provincia di Abbruzzo dira, cutn suis hominibus vassallisque, banco justitiae, yabellis, dofianis, fundicis, bnju-lationibus et omnibus aliis ad tcrram ipsam spcclantibits et pertinenttbus, ac spedare et perlincrc debcntibus, in fendimi, jujcta usum et consucludincm regni aa tjeneralis et Itumanai1
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