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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

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a cura di Federico Adamoli

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   regiae sanclionis edictum de feudorum successionibus in f'uvo-rcm comilum et baronum regni, a tempore advenlus clama memorine domini regis Caroli secundi prò abstulendo et separando terram ipsam a detnanio praedicto l. Nel 1465 incontriamo Guardiagrele di nuovo ricaduta al regio demanio per concessione di Ferdinando 12 ; nel 1505 Gonsalvo di Cordova vendeva a quella università, in nome del re cattolico, la ottava parte del feudo, atteso la restante era sua3, dalle quali parole dee ricavarsi die gli abitanti si andassero per denari emancipando dall' importuno dominio feudale; nel 1521 Carlo V faceva offrire Guardiagrele in cambio d'Isernia, la cui investitura era stata illegale, a Guglielmo di Croy marchese di Arscot, che sembra non l'accettasse, o breve tempo la conservasse, se poco slante il feudo fu tutto venduto al comune 4. Tali furono le precipue vicende della terra di Guardiagrele, nobilitala quanto le più illustri cillà del regno per la zecca che vi tennero aperta i due figliuoli di Carlo di Durazzo, Ladi-slao e Giovanna seconda.
   1 R. Archivio di Napoli. Reperì. Aprulii dira et ultra, T. I, pag. W a tergo.
   2 Giustiniani, Dizionario geografico e ragionalo del regno delle Due Sicilie, art. Guardiayrele. — Reperì. Aprulii, 1. e.
   3 Reperì. Aprulii. 1. e.
   I Reperì. Aprutii, i. «'. — Per la parte che presero gli abitanti di Guardiagrele nei moti di Abruzzo del 1647, vedasi il Ravizza, o. e., Ili, 91.

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