Vili.
MANOPELLO.
La storia di Manopello è sì intimamente collegata a quella di Guardiagrele, che, ove 1' ordine alfabetico per me adottalo non mi avesse conceduto di far succedere a questa quella zecca, avrei dovuto, appigliarmi al partilo di riunirle ambedue in un solo capitolo, non si potendo l'una dall' altra peravven-tura disgiungere.
Giace anche Manopello nell' Abruzzo chietino, grossa e già forte borgata, posseduta fino dai tempi del re Roberto dal ramo dei figli d' Orso che, infeudati di quella terra con titolo comitale, assunsero indi il nome di conti di Manopello. Seguitammo già la discendenza di della linea per insino ai figliuoli e successori di Ugolino, uno de' quali, Giovanni, fu padre di un Giacomanlonio,chenel 1454 ricevelle la investitura de'feudi, e tenne Manopello indiviso prima cogli zii, e poscia, dal 67, coi cugini, nati d'Orso. Lasciò GiacomanIonio un figliuolo, di nome Pardo o Leopardo, infeudato alla morte del padre degli stali aviti, ne' quali ebbe consignore il cugino Leone Giordano li, nipote d' Orso. Estinta il 1505 in Leone Giordane la linea di Orso, non fu più superslile del ramo di Manopello che la linea di Pardo, durala fino al 1555 in Camillo, natogli di Leonarda di Anlonello Petrucci.
L'epilafio scolpilo sull' elegante monumenlo, che nella chiesa di S. Maria in Araceli di Roma eresse a Camillo, morto ivi in csiglio, la piclà della vedova, Vittoria della Tolfa, ci fa conoscere l'epoca della nascila dell'ultimo conte di Manopello