Stai consultando: 'Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi. Illustrate e descritte', Vincenzo Lazari

   

Pagina (98/121)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (98/121)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Di
   in Napoli nel 1804, mi sarà guida ad illustrare i monumenti
   superstiti della zecca sulmonese.
   Sulle monete nel medio evo in essa coniate appare talvolta il busto di san Panfilo, più di frequente quello di san Pier Celestino, clic abbiamo già osservalo impresso del pari sulle aquilane. Fu san Panfilo vescovo di Sulmona dal 682 al 701 ; e discopertone nel nono secolo il corpo, venne onorato di pubblico cullo nella cattedrale clic dal suo nome si volle intitolala. Pietro di Angclerio, nativo d'Isernia, menò santa vita nell'eremo del Morrone appo Sulmona, e assunto al pontificato, che tenne solo pochi mesi nel 1294, col nome di Celestino V, fondò l'ordine dei reissimi, e ne coslitui sede precipua l'antico e diletto suo romitorio. Annoveralo fra'sanli negli anni 1315, ebbe sempre venerazione particolare dai sulmonesi ; lalchè sui bolognini rii Carlo III e di Ladislao lo si effigiò a preferenza del sanlo vescovo Panfilo.
   Dissi nel secondo capilolo risalire le origini delle con-lemporanee zecche dell' Aquila e di Sulmona alle guerre civili combattute negli Abruzzi fra il primo Lodovico di Angiò e Carlo rii Durazzo, terzo re di Napoli di questo nome. Riportandomi alle ragioni ivi esposte, e stante la mancanza di documcnli della fondazione di queste due zecche, che per Sulmona né anche al Di Pietro fu dalo di precisare, ricorderò solamente che questa città si tenne sempre ligia a Carlo, e fu da lui predilella, e ne fece egli sua residenza in Abruzzo. Non dee perciò farci specie se, neh" agitato e breve governo di quel monarca, mentre stava inoperosa la maestra zecca di Napoli, ond'era uscita a' giorni di Carlo II e di Roberto favolosa quantità di gigliati o di roberlini, la sola Sulmona battesse monete di Carlo III, e lali die, scostandosi dal sistema napoletano, meglio si convenissero a stipendiare le truppe ed agevolare i traffichi in una provincia posta a' confini della Chiesa, e tutta innondala dalle pontificie monete.
   Il bolognino di Carlo di Durazzo, situilo per tipo e valore n ([nello di Lodovico I, del quale ho dalo baslcvoli cenni nel

Scarica