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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chiariti. Panni che per lai guisa la storia e ia numismatica ilei medio evo si collegllino e si perfezionino a vicenda ; e quei piccioli pezzi di metallo coniato, che sfuggirono alla distruzione e rimasero fin qui inosservati, tengano il posto d'irrefragabili documenti, e non d' inutili curiosità ammassate negli slipetti di un ozioso raccoglitore.
   Giacomo Cantelmi, i cui posteri fantasticarono nel secolo XVII fosse rampollo dei re di Scozia ', aveva accompagnata la spedizione di Carlo di Angiò in Italia, ed in benemerenza dei servigli resi al signor suo ottenne in feudo, negli anni 1209, le terre di Popoli, di Sora, di Alvito ed altre. Nel 75, mentre Carlo copriva a Roma la dignità senatoria, sappiamo luogotenente nel regno il Cantclmo 2. Un costui discendente, pure di nomo Giacomo, imputalo di fellonia a' danni del re Ladislao, perdette Sora ed Alvito intorno il 1590; e quattro anni dopo ne vennero investili i Tomacelli di Napoli, consanguinei di papa Bonifazio IX. Ritolti il H06 que' feudi ai nuovi signori, e ridali al Cantelmo, egli li trasmise, quando venne a morte, nei figliuoli Francesco ed Antonio. Defunto il primo senza prole, Antonio testando nel 59 chiamava il secondogenito Onofrio a
   1 I Gantelmi vennero di Marsiglia ; nella rivolta di quella città, scoppiata il 15:37 contro Carlo di Angiò, R. Cantelmi, fautore del conii? di Provenza, subì esiglio e confisca ; ma sedata colle armi la ribellione, fra i capitoli che il conte dottò ai marsigliesi, leggiamo: Que les dommages et pertes par nix donnez au sdanenr Philippc Ancelin et a ses freres et u R. Canlelmi et au-Ircs principaulx de la ville ezilez pour avoir temi le parli, sclon qu' ils di-soicnf, de Charles leur souverain seigneitr, consistens tant un bicns mcubles qu' immeublcs leur seroient cntiercment rendus et reslitucs fideìement. Questi capitoli, con molti altri documenti di somma importanza per la storia del terzodecimo secolo, pubblicò il mio amico Camilio Minieri Riccio nella Genealogìa di Cario I di Angiù, Napoli 1857, p. 429. Ignoro se quel R. fosse padre dei fratelli Giacomo e Berteraimo, co'quali il conto Pomjieo latta fa principiare la genealogia dei Cantelmi. La iniziale R. può interpretarsi Raimondo o Roslaino, nomi die incontriamo nella seconda generazione di qud casato nell'albero datoci dal Litta; il quale, se avesse conosciuto il citato documento, non avrebbe qualificato di semplice avventurimi il capo stipite dei ciuchi di Sora.
   2 Giannone, Istoria civile del regno di Napoli, edizione colla data di l'.ilmyra, 1702, T. Ili, p. 11.

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