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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I O1.)
   succedergli nella signoria di Popoli, le altre lasciando al primo genito Nicolo; sennonché questi violcnlcmcnle spogliò il fratello di ogni dominio.
   Palleggiando per Alfonso di Aragona contro l'angioino Renato, Nicolo ebbe da lui il 1442 il titolo di duca di Sora, che alla sua morte, accaduta il 35, passò nel figliuolo Piergiampaolo colla signoria di Alvito, mentre Popoli per ultimo volere di Nicolo dovea tenersi dall'altro figliuolo, Giovanni. Nò molto andò che Piergiampaolo, seguendo il paterno esempio, tolse Popoli al fratello, che fu poscia costretto a riconsegnargli.
   Giovane d'età e dato al mestiere delle armi, non è a dire quanto caldamente Piergiampaolo abbracciato avesse, nella sollevazione del 1459, la causa degli angioini. Scorrendo colle sue masnade gli Abruzzi, aveva per via sorpreso e catturalo un messo di Chicli, che rccavasi a Napoli per proteslare a Ferdi-nando 1 la lealtà e la devozione del suo comune ; del qual fatto lamentavansi i chietini, scrivendo al re in data 22 dicembre dell'anno stesso: Ceterum havcvamo deliberato tueti inscmj mandare ad vostra maestà ve piacesse fare forte Maclheo de Capua de uno cinquecento fantj o più olirà la sua conditela, et far lo officiale de questa vostra provincia, la quale slava senza officiale, ma la maestà vostra prudentemente ee ita tolta franga senza altro nostro recordo che lo ha facto, la quale provisionc è stata et è la salute de questa provincia, massime se vostra maestà lo fa forte de li dieti fantj, perché ga-stic/arà in breve tutti quelli che cerca de turbare lo slato de vostra maestà in questa provincia; in la quale mo' novantcn-fe è slato pilgiato misscr Ambrosio nostro ambasciatore dafj fiominj de lo duca de Sora, che molto cc ne dolcmo per in/ini ti boni rcspccti '.
   Ardeva tuttavia negli Abruzzi la guerra civile, quando il re aragonese spogliò nel 61 d'ogni slalo il Cantclrno, concedendo ad Alessandro Sforza signore di Pesavo la investitura di Sora,
   I Ravizzn, o. e.. II. 3.

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