Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     Non so quanto altro tempo rimarrò qui; amerei però cioè forse dovrò uscirne presto. Ritornerei subito in Abruzzo e se lei abbandonata Genova andrà a Bologna io passerei di là per rivederla con tutta la famiglia e per discorrerle meglio di queste faccende che premono assai. Qui fa molto caldo: tutti più o meno friggono da questa fornace onde Pisa ora si può chiamare un deserto davvero! Ho avuto per qualche giorno la compagnia del Prof. Sbragia (57) che ha sofferto lunga e forte malattia. Appena è sceso di letto è fuggito anco lui ed io me ne sto quì con una mezza dozzina e più di servi che poveretti si trovano confusi perché non sanno come passare il tempo. Dalla Sig.ra Gigina ho saputo del matrimonio della Sig.ra Rosina a cui auguro tutte le felicità.
     Me le raccomando tanto tanto Sig.ra Giannina e la prego dire tante cose per me alla cara mamma ed a Finuccio. Mi faccia sapere se potrò vederla a Bologna e quando partirà per Teramo. Si ricordi che ora più che mai ho bisogno del suo aiuto. Mi creda sempre

     Pisa 27 luglio 1863
     Suo dev.o servo
     FBarnabei


     IX

     Mia carissima Sig.a Giannina

     La sua lettera mi ha resa la calma. Ho scritto subito al Sig. Irelli e spero che a Teramo quando ci sarà lei (58) tutto si accomoderà. Il Villari fu qui ieri l'altro di passaggio per Livorno dove resterà tutto l'agosto. Gli feci i suoi saluti e mi disse che le avrebbe scritto subito. Della sua accademia abbiamo già lette alcune poesie che sono piaciute moltissimo. L'altra sera a Cisanello il Sig. Folini ci fece leggere il Cavour e l'Italia dalla Gazzetta di Genova e ieri poi il prof. Sbragia mi diede il foglio dell'amico dove è l'altro della Guerra d'America. A proposito di Cisanello la Signora Castinelli mi dimanda sempre di lei e mi dice sempre che lei non le ha scritto più (59). Io le rispondo che ciò sarà stato pel suo malessere che però quante volte io ho avuto notizie di costà mi son venuti i saluti per la Sig.ra Castinelli. Ieri vidi una carrozza fermata nella piazza in cui tra gli altri era un viso grasso e tondo che mi guardava. Pensai subito a Nando Matteucci e poco dopo vidi Cecco (60) che scese dal legno e venne a cercarmi quì. Escii in un momento e trovai la Signorina Giulia che andava a Viareggio dove erano già andati il Sig. Felice la Rosina e lo sposo. Prima che io parta di quà secondo che lo Sbragia mi ha promesso si farà una gita a Viareggio e sarà forse domani. Allora conoscerò lo sposo della Rosina che per quello che dicono deve essere un bello e buono giovine. Poi ho promesso anco una gita alle Fornacette in casa

(57) Ranieri Sbragia (1803-1882) sacerdote e teologo di Vecchiano (Pisa) fu docente di storia ecclesiastica presso la facoltà di Teologia dogmatica dell'Università di Pisa. Nel 1849 con il governo provvisorio fu costretto a recarsi esule a Torino per una minaccia di arresto e venne poi reintegrato nell'insegnamento con la restaurazione granducale.

(58) Il 17 settembre 1863 Giannina Milli proveniente da Genova venne accolta trionfalmente a Teramo facendo ritorno nella città natale dopo 14 anni ospite del senatore Vincenzo Irelli. Ne ripartì il 3 novembre successivo per non farvi più ritorno. Per l'occasione fu stampato in due edizioni un opuscolo di 34 pagine Il Ritorno in Patria di Giannina Milli e la sua accademia del 17 ottobre 1863.

(59) La famiglia Castinelli fu tra le maggiori corrispondenti della Milli conservandosi nel fondo della poetessa ben 113 lettere. Ne fu a capo Rodolfo Castinelli (1791-1859) capitano e ingegnere che eseguì importanti lavori. Fece anche un progetto per una ferrovia Livorno-Parma.

(60) Il Barnabei ricorda nelle Memorie i due fratelli Ferdinando e Francesco Matteucci: il primo «di bassa statura grasso quasi sempre canzonato dai compagni fu uomo di forti propositi e combatté a Mentana » il secondo «fu mio compagno amatissimo prima in Toscana poi a Napoli dove compì gli studi in legge».