Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     XII

     Pisa 2 aprile 1864

     Pregiatissima Sig.a Giannina

     La buona Gigina mi scrive che lei sarebbe presto venuta a Firenze ed alcuni miei compagni che sono stati costà a passare le vacanze di Pasqua mi dissero di averla veduta; qualche altro mi aggiunse che tutti stavano bene a casa Milli non esclusi i poveri passerotti e ieri sera finalmente il Prof. D'Ancona mi fece i suoi saluti. Io sarei venuto a vederla se le circostanze me lo avessero concesso. Né però passai [...] le vacanze della Pasqua qui ma andai per tre giorni in campagna unitamente alla Signora Giuli (68) dove fu impossibile godere un po' d'arietta di primavera ma si dové restar chiusi sempre in casa per non essere o portati via dal vento terribile o soffocati dalla pioggia dirotta... Qui il sotto-comitato pare che vada benissimo; il Sig. Folini se ne occupa alacremente. In una delle prossime domeniche se si fà una corsa straordinaria verrò a salutarla.
     Per ora mi ricordi alla Mamma e ad Antonio ed a mano a mano a quegli antichi ottimi amici fiorentini che lei vedrà e per cui tanta stima ed affezione io sento. Mi creda in fede
     d.mo servo
     Felice Barnabei


     XIII

     Pisa 13 luglio 1864

     Pregiatissima Sig.na Giannina

     L'Aleardi (69) non è qui. Venne ieri per trattenersi pochissimo tempo e fare ritorno alla Spezia dove resterà a fare i bagni. Io non lo vidi né si sapeva che sarebbe venuto quindi non ho potuto parlargli di quel giovine. Andai a Cisanello a vedere la Signora Caterina la quale fu contenta di ricevere da me e la sua lettera e le sue buone nuove; e fu anco contenta di rivedere me che da molto tempo non aveva veduto. Povera donna mi vuol tanto bene ed io non lo merito! Il Sig. Paolo è sempre a Torino dove pare che resterà dell'altro; in compagnia della Sig.ra Caterina è la moglie del Colonnello Fabrizii la quale credo sia venuta di Corsica.

(68) Il Ceppo sta ad indicare il giorno del 24 dicembre. Un'antica tradizione natalizia diffusa in diversi paesi europei sin dal dodicesimo secolo con diverse modalità vuole che il giorno della vigilia di Natale alle sei di sera il capo-famiglia collochi nel camino un grosso tronco di legno il “ceppo” che deve ardere fino al Capodanno (ma anche sino all'Epifania).

(69) La moglie di Domenico Giuli (1818-1892) senatore dal 1880 appartenente ad una delle famiglie più facoltose di Pisa. Barnabei anche con i Giuli ebbe un rapporto molto assiduo e fu da questi considerato con affetto filiale. Nel periodo degli studi universitari passava con loro il Natale e la Pasqua trovando ospitalità anche durante la stagione balneare che i Giuli trascorrevano a Livorno. Su questa frequentazione Barnabei ebbe ad osservare: «Ed io che mai avrei potuto pensare a procurarmi quei piaceri da ricco ne gustavo e apprezzavo pienamente le gioie». Quando per Barnabei giunse il momento di lasciare Pisa se ne rammaricarono soprattutto i Giuli che cercarono inutilmente di fare in modo che egli potesse rimanere in Toscana.