Federico Adamoli
Felice Barnabei. Lettere a Giannina Milli (1862-1888)


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     La famiglia però si trova aggravata di cinque o seicento ducati di debito: e sopra alcune terre che possiede gravitano varii pesi. Sono queste le notizie che molto cautamente ho potuto ricavare da persona che io credo onesta che conosce benissimo il paese.
     Se la madre disponesse in favore del maggiore io credo che cogli studii e coll'ingegno potrebbe qui farsi una posizione vantaggiosa perché molti sperano in lui ed aspettano che egli rinnovi alla famiglia ed al paese la gloria dello zio. E' pur vero che molti lo predicano come superbissimo; di questa macchia era un poco ricoperto quando era qui; ora io credo che gli studii severi e la nuova consuetudine e gli anni cresciuti ne l'abbiano purgato. Un'ostacolo grandissimo forse potrà opporglisi ritornando qui; la nequizia del paese diviso sempre in mille partiti inteso sempre alle secrete inimicizie ed agli odii perniciosi; io speravo che la novella generazione sorgesse immune dalle tante colpe onde a giustizia andò condannata la cadente ma non è così; la forza dei nuovi tempi qui non è comparsa ci si agita ci si affatica per sostenere Tizio e Caio solo perché Tizio e Caio ci ha aiutati ad opprimere o ci ha liberati dall'oppressione di un altro. Si tratta da varii anni di fare una strada; ognuno vorrebbe che passasse sotto la casa propria e di faccia alla propria porta; nuova origine di partiti; a spegnere le vendette si ricorre al colore politico e fulminano daccapo le denuncie come dieci anni dietro.
     Iddio voglia che si ponga un riparo a questa rabbia... Iddio voglia che cessi questo scandalo onde sono svergognate queste nostre valli!