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Giannina Milli
nella vita e nelle opere
Giacinto Pannella
Cooperativa Tipografica Teramana, 1925, pagine 168

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cittadini si adoperano per onorarla. Sembra che come una nube si sia dissipata nel cielo della nostra Patria e - che una stella rimastavi per lunghi anni nascosta torni a illuminarci col suo dolce splendore. * A queste manifestazioni non deve rimanere estranea ìa classe operaia teramana. Di Giannina Milli, nata di modesti lavoratori, ben si può dire che fu figlia di popolo. Del buon popolo teramano compendiò tutte, sublimandole, le genuine, tradizionali virtù. Nata povera, volle morire povera. L'unico tesoro che possedeva: quello delle medaglie appositamente coniate per Lei in tante città d'Italia, lo lasciò, prezioso retaggio, alla sua Teramo amata.
   E il popolo teramano amò teneramente quella sublime creatura, di cui andava giustamente orgoglioso. In più circostanze le dimostrò il suo memore affetto ed anche la gratitudine, per aver tanto contribuito a trarlo dal secolare servaggio. Quando la Millt tornò la prima volta in patria, il 17 settembre 1863, le figlie degli artigiani teramani le offrironp tre simbòliche * rose ed una corona di alloro, la Società Operaia le rivolse un affettuoso indirizzo e fece coniare per Lei una medaglia. Pochi anni dopo la sua morte, nel 1895, fu la stessa Società Operaia che le fece erigere il busto, opera dello scultore teramano Luigi Cavacchioli, che tuttora si ammira nell'Istituto Magistrale di Teramo.
   Non sappiamo ancora in quale modo la classe operaia teramana parteciperà ali e odierne onoranze. Per intanto un gruppo operaio, che fa capo a questa Cooperativa Tipografica, ha voluto concorrere spontaneamente ad onorare la memoria dell' insigne improvvisatrice e a

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