Salvatore Muzzi
Mio padre e mio nonno


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     Vedi perciò non pochi uomini segnalati trarre alla casa e all'officina dell'industre operaio.
     Il cardinale Gioannetti arcivescovo di Bologna fu più volte all'abituro di Jacopo ed usava con lui famigliarissimamente. Gradevole vista quella d'un porporato e d'un artefice in colloquio di studi naturali in discorso di terre e di sassi di pietre e di marmi. E fu allora che volendo il buon arcivescovo compir nel Duomo la cappella a sant'Apollinare dedicata ebbe dal Muzzi per gli alterelli de' vasi sacri le due tavole marmoree che l'industria di lui seppe trovare fra ciottoli e pietre in fondo a un torrente della Provincia. E fu in quel tempo che mio nonno ricevette le visite del dotto naturalista Ignazio Molina del chimico Pier Filippo Zanelli del farmacista professore Francesco Coli del Ranzani il cui nome solo vale un elogio. — E chi poteva antivedere quando Jacopo calò a Bologna garzonetto con due fratelli e colla mamma con in dosso un giubbettino all'alpigiana in ispalla il fardelletto de' poveri panni in piedi le scarpe di vacchetta alle gambe le grosse calze di lana... chi avrebbe mai detto che quel ragazzo montanaro che allor mirava i palazzi e le case della città con meraviglia entrerebbe un dì senza profumi di cerimonie magnifici palazzi e belle case dove sarebbe accolto e festeggiato come fratello dove si assiderebbe a ragionamento scientifico cogli uomini più dotti dell'età sua dove ad un tempo riceverebbe e darebbe consigli intorno alla scienza dei minerali ed alle industrie che trar si possono dai medesimi? — Oh beati coloro i quali non gittano il tempo in vane ciance; i quali seguono docili indefessi l'impulso del genio che a sé li chiama a sé li vuole ministri!