Salvatore Muzzi
Mio padre e mio nonno


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     Ma non è miele senza mosche né dolce alcuno che contaminato non venga da qualche amaro. La proprietaria dell'antica Fabbrica a s. Vitale citò l'inventore della terraglia al cospetto dei magistrati del Consiglio d'Arti e Mestieri i quali intese le ragioni del Muzzi diedergli sentenza la più onorevole che mai: attendesse alla Fabbrica dell'Aldrovandi dirigesse ad un tempo l'antica delle maioliche; egli maestro di doppia schiera d'operai; i giudici di lui protettori suoi ove mai ne bisognasse: fosse lieto ricorresse a loro non gl'incoglierebbe nessun danno. Così passò la burrasca e il mare si rabbonacciò. — I flutti che flagellano gli scogli rigidi ed aspri lambiscono appena le molli spugne flessibili! —
     In breve di due Fabbriche diverse una sola ne fu fatta il proprietario delle maioliche si unì con quello delle terraglie la società progredì bene. Le prove le varietà le applicazioni di stampe le diverse vernici azzurre verdi violacee i dipinti d'ogni guisa profilati in oro e in argento le imitazioni de' bronzi e de' bucari si moltiplicarono. Vasi d'ogni forma grandezza e colore uscirono dalla fiorente officina e stettero e stanno per soprammobili pregiati. Lo spaccio delle terraglie divenne sì vivo ed esteso che se ne aperse commercio al prezzo delle maioliche. Dal Po al Sebeto salirono in fama ed in ricerca le manifatture di mio nonno con assai guadagno per la società proprietaria e con lode del buon vecchietto sopravvegliante alla Fabbrica.
     Era vecchietto sì il caro nonno: aveva ormai settantanni; ma fino all'ultimo studiò minerali e nuove cose tentò; fino all'ultimo percorse il letto de' torrenti e de' fiumi colle bisacce col somiere coi ferri dell'arte sua; fino all'ultimo vegliava di tarda notte solo solo nell'officina a provare combinazioni di terre a studiar l'impasto della porcellana cui ebbe in animo di fare.