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Dante, La Vita Nuova, Vallecchi, 2003

Se la Divina Commedia è l’opera più complessa, voluminosa e nota di Dante Alighieri, la Vita Nuova è il suo componimento poetico più elevato, in cui, insieme alla stupenda storia del suo amore per Beatrice, il Sommo Poeta racchiude tutti i propri insegnamenti stilistici. La Vita Nuova è il vero manifesto dello Stil Novo e uno dei primi componimenti scritti in una lingua comprensibile a tutti: quella che diventerà la nostra lingua. Un’opera stupenda che ha ispirato molti artisti, che sui suoi temi hanno realizzato grandiose opere pittoriche, ma una sola volta nel corso di sei secoli è stata concepita una sua edizione completamente illustrata. Nel 1921, sesto centenario della morte del Poeta, tre geni della grafica e dell’illustrazione compirono un lavoro straordinario, durato quattro anni, realizzando quello che può essere considerato l’unico codice interamente miniato del ’900. Si tratta di un’opera senza uguali, illustrata da quaranta acquarelli originali di Vittorio Grassi, interamente scritta a mano dal calligrafo Enrico Brignoli e decorata in ogni singola pagina da fregi, tutti differenti, di Nestore Leoni. L’edizione, oggi introvabile, fu riprodotta in un numero limitatissimo di copie, destinate alle massime autorità dell’epoca. La copia custodita presso la Biblioteca Vaticana proviene addirittura dalla biblioteca privata di papa Pio XI. Il pontefice, profondo conoscitore di codici (della Biblioteca Vaticana era, infatti stato prefetto), lo ricevette in dono nel 1923 da “un gruppo di fedeli di ogni parte del mondo" (fonte: www.vallecchi.it).