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Bonifacius VIII, Liber Sextus decretalium, cum interpretatione Joannis Andreae
(Libro sesto Decretali con interpretazione di G. Andrea), P. Schoeffer, Magonza, 1470, Museo Capitolare di Atri, Teramo

La Decretale è una lettera emessa da un papa contenente disposizioni giuridiche generali. Avevano carattere inderogabile per i fedeli, tranne il caso in cui contenessero leggi particolari o rivolte a determinate persone o stati. La decretale più antica, scritta da papa Siricio, risale al 385. Le tre raccolte più importanti di queste lettere (Epistolae decretales), costituenti fra l'altro il Corpus iuris canonici, sono quelle di papa Gregorio IX (Liber Extra), papa Clemente V e papa Bonifacio VIII. I loro compilatori e studiosi erano detti decretalisti. A partire dal secolo XII l’attività pontificia di produzione di decretali divenne intensa e ciò determinò la necessità di riunirle in raccolte. Tra le raccolte ufficiali si annoverano: quella curata da Raimondo di Penafort ed emanata nel 1234 da Gregorio IX, che fu una vera e propria codificazione, che abrogava tutta la legislazione canonica anteriore, ad eccezione del Decretum (magistri) Gratiani ed è nota col nome di Liber extra; quella emanata da Bonifacio VIII nel 1298 e nota col nome di Liber sextus, che raccoglie organicamente il diritto canonico formatosi dopo il 1234; le Clementinae, comprendenti le decretali successive alla raccolta di Bonifacio VIII. Tra le raccolte private di decretali le più degne di nota sono quelle che vanno sotto il nome di Extravagantes Johannis XXII e Extravagantes communes utilizzate da Giovanni Chappuis nella raccolta che egli curò di tutto il diritto canonico posteriore al Decretum (magistri) Gratiani. Raccolte di decretali e di capitolarinon autentici, furono messi in circolazione dal clero francese durante il periodo carolingio e spacciate per autentiche. Tra queste, la principale è la Collezione pseudo-Isidoriana, attribuita a Isidoro di Siviglia e compilata intorno all’850. Essa circolava anche sotto il nome di un Isidoro mercator o peccator e papa Niccolò I (858-867) la citò come autentica.