I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1918


Lettere di soldati

           
           L'aver dovuto ridurre le pubblicazioni del giornale è stato causa della soppressione della rubrica Il saluto dei nostri soldati. Riceviamo dal fronte costantemente lettere e cartoline, ma finora non ci è dato dì pubblicarle. Abbiano pazienza i nostri militari abbonati!
           Intanto, per aderire alla preghiera di genitori di un soldato amico nostro, ben volentieri diamo posto alla seguente lettera:
           
           Carissimi genitori,
           Dai giornali avrete sentito la presa del Monte Corno che si ottenne dal 1. 2. e 3. reparto d'assalto e da soli 40 uomini della mia compagnia e tra questi ero io. Vi annuncio che, in ricompensa, mi hanno concessa una licenza di premio e che, fra giorni verrò ed allora vi racconterò tutto, come si è svolta l'azione. La fanteria non ha partecipato al fuoco. Noi andammo a mettere le scale di corda per andar su ad allargare le feritoie della galleria conquistata. Fu un attacco di sorpresa compiuto la mattina del giorno 10. Gli Austriaci dormivano, sicuri che gl'italiani non potevano andar su. Il Monte Corno non è altro che un castello su un monte tutto forato. Entro il monte c'erano camere, salotti con illuminazione a luce elettrica. Vi abbiamo trovato tre motori perforatori, due pezzi di cannone da montagna, fucili, munizioni ecc. ecc. Torno a dirvi che vi spiegherò tutto nella mia prossima venuta. Vi prego di salutarmi il Direttore del «Corriere Abruzzese». Baci affettuosi a tutti di famiglia.
           Aff.mo
           VINCENZO PEDICONE
           
           A questo giovanissimo, forte e simpatico militare, che fu uno dei laboriosi muratori che edificò la Casa del «Corriere», inviamo affettuosi saluti ed auguri infiniti.
           
           I valorosi
           
           Grue Ercole
           Nella notte dell'undici corrente un forte nucleo di ardimentosi del 18. Fanteria, dopo accurato studio del terreno e delle difese del nemico, eseguiva un colpo di mano su una piccola guardia avversaria nelle vicinanze di Collegio. L'operazione preparata e condotta brillantemente, fruttava la cattura di un prigioniero austriaco e l'annientamento degli altri componenti la guardia stessa, che, avendo opposto resistenza accanito provocavano l'allarme delle loro linee, sì che estremamente difficile stava per rendersi il ritorno degli audaci nelle nostre posizioni. Così narra l'ordine del giorno del maggior generale Leone, Comandante la brigata Acqui, il quale tributava il più vivo elogio all'intrepido manipolo per la bella condotta spiegata. Ai componenti della pattuglia, oltre alla licenza, fu distribuito un premio in danaro.
           Tra gli ardimentosi troviamo il sottotenente Grue Ercole di Basciano, molto conosciuto qui a Teramo, ove ha compito i suoi studii, bravo giovane, audacissimo.
           Ci rallegriamo con lui e gli facciamo vivi augurii.
           
           Il sottotenente Carusi
           
           In un importante fatto d'armi, della metà di Giugno, al nostro fronte, l'avvocato Archimede Carusi, figliolo del carissimo amico Domenico, nella qualità dì sottotenente comandava una compagnia, mentre il suo capitano Baccaglioni, un egregio valoroso e prudente ufficiale, era passato a comandare il battaglione.
           Raggiunto l'obbiettivo, dopo duro cimento, vi si mantennero per ben 26 ore; ma gli austriaci, che erano in numero stragrande, riuscirono a dividere i nostri, e mentre al capitano Baccaglioni, che conosceva bene i luoghi, fu possibile di tornare nelle nostre linee, il tenente Carusi, con i suoi uomini, dopo avere sparato fin l'ultima cartuccia e l'ultima bomba a mano, fu fatto prigioniero.
           La mancanza di notizie tenne in grave costernazione per molti giorni il padre dell'eroico ufficiale e il parentado, giungeva da Leibach un telegramma che tranquillizzò d'animo: « Sto bene. Baci. Carusi Archimede, prigioniero di guerra.»
           Certo è una sventura grave cadere prigioniero del nemico, ma è più grave sventura ancora il perdere la vita! Ora sappiamo che il valoroso ufficiale, il figliolo diletto del nostro caro amico Domenico Carusi è in piena sanità e noi non possiamo che felicitarci di tutto cuore, inviando augurii a lui e rallegramenti al padre, allo zio, amici nostri cari, ed a tutti i parenti dell'avv. Archimede Carusi, che è conosciutissimo qui per avervi compiuto gli studii ginnasiali e liceali!