I teramani nella Grande Guerra.
Il conflitto raccontato dalle pagine del Corriere Abruzzese
Anno 1918


Per un valoroso

           ROMA 7-11
           (Opticus) Simpatico, pieno di fede e di ardimento è quel caro e forte giovane Sig. Guglielmo De Sanctis, figlio del tanto apprezzato cav. Enrico De Sanctis addetto al Gabinetto di S. E. Roberto De Vito. Nato a Corropoli, fa egli davvero onore al patrio Abruzzo con la sua abnegazione eroica, con i suoi prodigi di valore.
           Dall'inizio della nostra guerra non esitò di arruolarsi come Garibaldino tra le file del nostro glorioso Esercito. Giunto al fronte cercò subito il battesimo di fuoco e per due volte, sull'alto Isonzo, rimase non lievemente ferito, sfuggendo sempre, in modo ardito, all'accerchiamento nemico.
           Ultimamente - pochi giorni prima del principio della nostra dolorosa quanto strategica ritirata sulle rive del Tagliamento - chiamato di nuovo a dare prova di sangue e di valore, vi accorse come quando si vada ad una festa preferita. Ma sull'altipiano di Bainsizza, nel mentre conduceva alla vittoria i suoi soldati, nel mentre impartiva ordini e dava esempio di indomito coraggio, fu raggiunto da una palla nemica che lo ferì gravemente allo sterno, abbattendolo come corpo morto cade.
           Raccolto così tramortito dal suo attendente e dalla croce rossa, fu posto su una barella, e portato - tra pericoli inauditi - da ospedaletto in ospedaletto da campo, e quindi nell'Ospedale di Novara, ove ebbe la fortuna di subire felicemente un'operazione chirurgica difficoltosa (estrazione del proiettile), di essere amorosamente curato e di provare la soddisfazione di aver ricevuto anche dal nostro benemerito S. E. Roberto De Vito, questo bellissimo telegramma:
           «Ammirato vostro giovanile, ardimento per tre volte nobilmente consacrato da gloriosa ferita: formulo augurii fervidi di sollecita completa guarigione. Cordiali saluti.»
           Ed a questo augurio, che facciamo nostro, aggiungiamo il plauso di noi tutti per la sua operosità incomparabile e per il suo valore di esemplare soldato, di prode ufficiale.
           Confidiamo che l'avvenire di un virtuoso e fiero campione abruzzese com'è il giovane Sig. Guglielmo De Sanctis, sia tale che lo compensi dei suoi non comuni sacrifici, ispirati dalla voce del nobile suo amico, il quale vibra e palpita per la prosperità e la grandezza della nostra diletta Patria Italia.