[Elenco dei Nomi]

(...segue) Cesi Michele
patriota, insegnante (3-6-1906)

[Inizio Voce]


ad opera di uno sgherro, il Comi, che lo celò alla vista degli altri mentre era chiuso in uno stipo. All'appressarsi poi del decimo di linea, avvertito da Frate Benvenuto da Cugnoli, che correva pena nella testa, se catturato, saltò le mura di casa e si dette alla latitanza. Per sfuggire alle incessanti ricerche dei Borbonici, si rifugiò nel convento di Collecorvino assumendo il nome di Padre Giovanni da Bari, fingendosi malato, anzi pazzo, perchè si giustificasse il fatto che non partecipava alle funzioni sacre. Era però protetto dal Padre guardiano del convento che era un liberale, e liberali sperimentò gli altri Padri che, dopo quello di Collecorvino, lo ricoverarono nei lor cenobi del Teramano e della Marsica. La decisione della Gran Corte marziale del 22 Gennaio 1853 che lo condannò a 13 anni di ferri, lo trovò ancor «frate», ma temendo esser scoperto, prese la via di Roma. E da Roma cominciò la sua peregrinazione nella dura via dell'esilio attraverso le Marche, Toscana e Romagna, soffrendo patimenti inauditi e dividendo il poco suo con altri esuli di lui più poveri. Dopo il 1859 entrò nel Corpo del Genio Militare, di stanza in Bologna, ma lasciò l'esercito regolare nell'aprile del 1860 per seguire Garibaldi nella omerica impresa contro il Regno delle Due Sicilie. E salpò da Quarto, ma una fiera polmonite lo costrinse a sbarcare a Cagliari donde fu condotto a Bologna ove trovò la fraterna assistenza del Maccaferri, poscia prefetto a Teramo. Maturati gli eventi tornò in patria ed, a capo di un battaglione, si distinse nelle repressioni del brigantaggio in Valle Castellana, Cermignano e Campli. Deposta la spada, nulla volle per sé, nulla chiese. Del patriottismo suo, delle sue sofferenze non fece mercato, pago solo di aver compiuto il suo dovere. Modesto, come tutti

(segue...)