[Elenco dei Nomi]

(...segue) De' Colli Sandro
pubblicista, Fiesole (3-11-1907)

[Inizio Voce]


da Furio Lenzi dalla rivista di Lugano «il Coenobium», di un cenobio laico, di un luogo di pace e di riposo, in cui andrebbero quanti, affannati e delusi avessero voluto chiedere alla solitudine ed all'inerzia il silenzio ed il sonno alle battaglie combattute ne la vita, e, forse, perdute.... Insorgeva contro tale idea, Sandro de' Colli, in quel suo articolo - e brillava nelle sue parole piene di giovanile baldanza tutta la fede fulgente della sua anima - ed in un impeto, quasi, di sdegno rivendicava tutte le suggestive bellezze, le ardue lotte, le vittorie della scienza e le seduzioni dell'amore, quanto ne l'uomo e nella natura rimarrà eternamente e supremamente bello, e tutte queste cose egli col sacro ardore di un innamorato gettava sul volto delle anime esaurite, dei disertori della vita che compivano per viltade il gran rifiuto.... «Ma la vita è bella!» egli diceva. La vita è bella, ed egli dopo sei mesi doveva ritrarsi non nell'ombra o nella nebbia della contemplazione passiva di un chiostro, ma in un'ombra densa ed infinita dalla quale mai più, mai più noi lo vedremo balzare verso di noi con le braccia aperte in dolce atto di amore, mentre la visione radiosa de' suoi mille sogni gli irraggiava l'anima di mille speranze e le sue labbra tremavano di commozione davanti ad una culla! — Se ne veniva, in quei lontani inverni nevosi, in mezzo a noi, ogni mattino, freddoloso, con le mani arrossate per i geloni, ma sempre sorridente di quel suo sorriso buono, senza malintesi e sottintesi, calmo e lieto..... Gli volevamo tutti bene. In iscuola e fuori mai sollevò intorno a lui scontenti od invidie. Le sue prime poesie, a quindici anni, furono pubblicate sul «Centrale» di Teramo ed, al disopra di tutta quella congerie di versi e versiciattoli che inondano dovunque giornali

(segue...)