Albo della gloria

Michelessi Guido

11 settembre 1940

Albo

      Michelessi Guido

     Nacque in Controguerra il 9-10-1891 da modesti operai. Crebbe presso la fucina paterna, costringendo in così angusto spazio una anima grande, uno spirito assetato di avventura e di gloria, un carattere indomito ed audace. A 20 anni partì per la Libia, soldato nell' 11. Bersaglieri.
     In quella agognata terra partecipò a diversi scontri e fu uno dei pochi e valorosi superstiti dell'impari ed eroica battaglia di Sciara-Sciat.
      Congedato alla fine del conflitto Italo-Turco, ebbe appena il tempo di sposarsi che già la diana di una guerra, che doveva essere di redenzione e fu invece di rinuncia, lo chiamava sui sacri confini della Patria. Per tutta la durata della conflagrazione si comportò da autentico eroe, offrendosi sempre volontariamente, per le più pericolose e temerarie imprese. Ottenne premi in denaro e diverse licenze concessegli per atti di ardimento. Fu decorato sul campo con una prima medaglia al valore e si guadagno la prima promozione di guerra.
      In un'impresa isolata e disperata, per la quale ancora una volta si era offerto spontaneamente, fu preso prigioniero. Condotto in Austria riuscì a fuggire. Errò ramingo per mezza Europa finché, stanco e trasfigurato dagli stenti oltre che da strani ali di tzigano, tornò in Patria. Sostò a Controguerra pochi giorni e tornò quindi alla fronte. Fu ancora ed in tutto degno del suo passato. Si guadagnò una seconda medaglia di bronzo al Valor Militare e poco dopo ottenne la promozione sul campo al grado di Aiutante di Battaglia.
      Tornato in famiglia alla fine de guerra si trovò senza mezzi e senza mestiere. Nell'incomprensione, semisconoscimento dei sacrifici compiuti e nell'irrisione all'eroismo dei sopravvissuti, egli non si perdé, non si abbatté e trovò anzi la forza di reagire. Fece di tutto per dar da vivere ai suoi e si adattò pure al pesante ed umile lavoro del manovale. Intanto l'Italia si scuoteva dal torpore, al richiamo di un Grande, e Guido Michelessi accorse nelle file fasciste. Si offrì subito per i rischi più gravi e fu degno Comandante la Squadra di Sezione «P. Cataldi».
      Era il 17 settembre 1922 quando la morte, che lo aveva risparmiato sui campi di battaglia, lo colse tra noi e fu del pari eroica.
      In quel tardo meriggio autunnale Guido Michelessi si spense come si spengono i forti e sul viso, che invano un proiettile aveva tentato di deturpare, si soffuse un'espressione di serenità, di beatitudine, di pace.
      E mentre tutt' intorno era smarrimento e ribellione, pianto ed ira, preghiera e vendetta, suoni di morte, di fiamme di purificazione, egli ci sorrideva ancora, nella gloria del suo sacrificio, per l'ultima volta, (F. Tan...)

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