Pagina (3/120)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ammesso questo preamboletto, io mi era già posta insieme una definizione bastantemente esatta e accurata del tiranno, e collocata l'avea in testa di questo capitolo: ma, in un altro mio libercolo, scritto dopo e stampato prima di questo, essendomi occorso dappoi di dover definire il principe, mi son venuto (senza accorgermene) a rubare a me stesso la mia definizione del tiranno. Onde, per non ripetermi, la ommetterò qui in parte; né altro vi aggiungerò, che quelle particolarità principalmente spettanti al presente mio tema, diverso affatto da quell'altro DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE; ancorché tendente pur questo allo stesso utilissimo scopo, di cercare il vero, e di scriverlo.
      TIRANNO, era il nome con cui i Greci (quei veri uomini) chiamavano coloro che appelliamo noi re. E quanti, o per forza, o per frode, o per volontà pur anche del popolo o dei grandi, otteneano le redini assolute del governo, e maggiori credeansi ed erano delle leggi, tutti indistintamente a vicenda o re o tiranni venivano appellati dagli antichi.
      Divenne un tal nome, coll'andar del tempo, esecrabile; e tale necessariamente farsi dovea. Quindi ai tempi nostri, quei principi stessi che la tirannide esercitano, gravemente pure si offendono di essere nominati tiranni. Questa sì fatta confusione dei nomi e delle idee, ha posto una tale differenza tra noi e gli antichi, che presso loro un Tito, un Trajano, o qual altro più raro principe vi sia stato mai, potea benissimo esser chiamato tiranno; e così presso noi, un Nerone, un Tiberio, un Filippo secondo, un Arrigo ottavo, o qual altro mostro moderno siasi agguagliato mai agli antichi, potrebbe essere appellato legittimo principe, o re.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della tirannide
di Vittorio Alfieri
1800 pagine 120

   





Greci Tito Trajano Nerone Tiberio Filippo Arrigo