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      A voler poscia seguitare le tracce della filosofia ne' suoi lenti e luminosi progressi, ci conviene varcar monti e mari, per ritrovar Bacone, Locke, e pochi altri, ma tutti figli di libertà. La Francia, così colta pel rimanente, non potea pure mai, come serva ch'ella era, procreare filosofi sommi, e massime in politica; o se pur li creò, non poteva allevargli e serbarli. Bayle ne fa prova, il quale, per poter essere filosofo vero, e scrivere come tale, si trovò costretto di cessar d'essere Francese, e di ricoverarsi in Olanda. Montaigne, oltre lo stemma gentilizio, (che in quei tempi serviva ancora d'usbergo) dalle due tirannidi e principesca e pretesca si sottrasse anche dietro alla scorza del pirronismo, e di un certo molle faceto, che tutti i suoi scritti veramente filosofici avviluppa, senza punto contaminarli. Montesquieu, in questi ultimi tempi, alquanto più ardiva, ma non però mai abbastanza; il che di tanto più gran macchia alla sua fama riesce, quanto si vede benissimo da ciascuno, che egli per solo timore tacque, o adombrò, o intralciò quelle semplici ed alte verità, le quali egli pure assai vivamente nel più profondo del cuore sentiva.
      E, senza più dire dei filosofi, parmi dagli esempli aver provato abbastanza, che quella filosofia, ch'io volentieri chiamerei LA SCIENZA DELL'UOMO, e che è la prima parte e base d'ogni vera letteratura, viene sbandita, perseguitata, ed oppressa dal principato; e sarebbe oramai dal mondo estirpata, se in diversi tempi le diverse repubbliche ricoverata non l'avessero.


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Del principe e delle lettere
di Vittorio Alfieri
Dalla Tipografia di Kehl
1795 pagine 165

   





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