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      Poteva venir giù pioggia, grandine e neve: potevano cascare i fulmini ai suoi piedi, egli non si muoveva e sarebbe piuttosto morto, che cercare un riparo, il quale lo avesse diviso dalle pecore affidate alle sue cure.
      Ora avvenne che il padrone del pastore si decise a visitar le sue terre. Condusse con sè Turco, il quale, appena ebbe visto Sparalampi, non potè trattenere un moto di repulsione. Il povero animale, l'ho già detto, non possedeva una sola delle brillanti qualità del cane cittadino. Anche il padrone lo guardò con diffidenza, ma non tardò a ricredersi.
     
     
     
      Un giorno ch'ei passeggiava in un bosco, accompagnato dal suo favorito, un lupo enorme, i cui occhi parevano due fiamme, sbucò da un cespuglio e gli si avventò. Il signore si credè spacciato, tanto più quando vide il grazioso Turco pigliar la ricorsa con tutta la lena delle sue fiacche gambucce. Ma in quel mentre, eccoti sopraggiungere Sparalampi, il quale aveva, anch'esso, seguito a una certa distanza il signore. Correre, slanciarsi sul lupo e addentarlo alla gola, fu l'affare d'un minuto. La lotta durò lunga e crudele, ma alla fine Sparalampi ebbe il gusto di stender morto il lupo. Ne riportò è vero, parecchi morsi alle orecchie e qualche contusione, ma le carezze di cui fu ricolmato, gli fecero sopportare allegramente quei piccoli malanni.
      Ora dimmi un po', Ersilia: Credi tu che Sparalampi ove fosse stato allevato con gli stessi riguardi di Turco, sarebbe venuto su quel cane robusto e valoroso di cui ho cercato darti un'idea?


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Lezioni e racconti per i bambini
di Ida Baccini
Edizioni Trevisini
1882 pagine 118

   





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