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      II
     
      S'avviò da giovane al sacerdozio. Ottone di Frisinga sostiene che, entrato negli ordini minori, non oltrepassasse il secondo, il lettorato(3); ma Giovanni Salisburiense afferma ch'egli conseguisse dignità di sacerdote, anzi vestisse l'abito di canonico regolare, cioè si facesse agostiniano, Ordine allora recente o rinnovato di fresco, e ne diventasse abate. E ch'entrasse in un Ordine, anche Ottone di Frisinga lo vuole; quantunque affermi che l'abito religioso non lo vestisse, se non dopo tornato di Francia in Italia.
      E che non vi sia nessun motivo di discredere a una informazione così bene attestata, apparirà chiaro a chi, discorrendo del secolo duodecimo, non si lasci offuscare la mente da ripugnanze e reminiscenze proprie del suo. Poiché è cosa non solo naturale, ma solita nel medioevo, che nel chiuso del monastero si allevassero gli spiriti più audaci e novatori. Il monacato, del resto, non rappresenta nella storia della Chiesa la sommessione e la rimessione dello spirito. La solitudine, a cui il monaco s'astringe, non è per sé motrice di poco e tardo pensiero. Il contrasto in cui egli entra col laicato e col clero, quell'ardore di più perfetta vita, ond'è tocco, almeno negl'intervalli vivaci delle instituzioni, a segregarsi dal mondo, il dispregio che - nell'estati mistica che lo commuove, seduce, alletta, - concepisce d'ogni diletto di cui non sia in quella la scaturigine, non sono, per sé, cause ch'egli s'adatti e s'adagi agli ozi dell'intelletto e alle prevaricazioni del cuore.


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Arnaldo da Brescia
di Ruggero Bonghi
pagine 61

   





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