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      Da questi tre fonti traendosi l’acqua per far la birra e la cervosa (de la qual acqua pure non mancano di bere i buoi e gli cavalli), conseguentemente non è persona, che, con esser dimorata meno che tre o quattro giorni in que’ studii e collegii, non vegna ad esser imbibito non solamente del fonte di Aristotele, ma e oltre di Pitagora e Platone.
      Armesso. Oimè, che voi dite pur troppo il vero. Quindi aviene, o Teofilo, che li dottori vanno a buon mercato come le sardelle, perché come con poca fatica si creano, si trovano, si pescano, cossí con poco prezzo si comprano. Or dunque, tale essendo appresso di noi il volgo di dottori in questa etade (riserbando però la reputazione d’alcuni celebri e per l’eloquenza e per la dottrina e per la civil cortesia, quali sono un Tobia Mattheo, un Culpepero, e altri che non so nominare), accade che tanto manca che uno, per chiamarsi dottore, possa esser stimato aver novo grado di nobiltade, che piú tosto è suspetto di contraria natura e condizione, se non sia particolarmente conosciuto. Quindi accade che quei, che per linea o per altro accidente son nobili, ancor che gli s’aggiunga la principal parte di nobiltà che è per la dottrina, si vergognano di graduarsi e farsi chiamar dottori, bastandogli l’esser dotti. E di questi arrete maggior numero ne le corti, che ritrovar si possano pedanti nell’Universitade.
      Filoteo. Non vi lagnate, Armesso, perché in tutti i luoghi, dove son dottori e preti, si trova l’una e l’altra semenza di quelli; dove quei che sono veramenti dotti e veramente preti, benché promossi da bassa condizione, non può essere che non sieno inciviliti e nobilitati, perché la scienza è uno esquisitissimo camino a far l’animo umano eroico.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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