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      Al tocco del campanone di Brianza, ed alle fiamme accese sulle vette, erano essi accorsi in arme guidati dai loro castellani; e tale aspetto offrivano di bravura e sicurezza, che il Rohan si tolse giù dal disegno, e fatto rogare ad un notajo l'atto di questo ardimentoso tragitto, ripeté il corso sentiero. E perché ne mormoravano le truppe sue, schiuma di ribaldi, le acquetò permettendo il sacco del litorale, principalmente di Mandello e Bellano, poi della Valtellina(96).
      In questo stante s'erano messi nuovi trattati per parte della Francia, la quale, smaniosa di togliere all'Austria quel passaggio, moveva ogni macchina per amicarsi i Valtellinesi, promettendo sottrarli affatto dai Grigioni, redimerli fin dallo stabilito censo, incaricandosene ella stessa, e concedere giustizia propria, unica religione.
      Ne venne odore ai Grigioni, i quali altamente adontatisi, come il re gli accarezzasse solo in quanto gli parevano utili contro gli Austriaci, abbandonarono di tratto l'alleanza del Cristianissimo e si volsero a Spagna. E Spagna, non avendo maggior desiderio che questo, non istette ad assottigliare sulla coscienza, e ne abbracciò la lega.
      Che che delirano i gabinetti, ne soffrono i popoli. Subito sonò di armi il paese: Spagnuoli al forte di Fuentes, Tedeschi a Bormio, Grigioni a lato. Sicché il Rohan, a cui la rivalità del Richelieu faceva sempre scarseggiare i soccorsi, dovette battere in ritirata, non senza insulti e sangue per parte della ciurmaglia, usa a mordere chi fugge, leccare chi arriva.


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Il Sacro Macello di Valtellina
di Cesare Cantù
Sonzogno
1885 pagine 160

   





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