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      Altri ci erano stati formalmente promessi, poi ci si mancò. Ora il signor Domenico Berti pubblica s'un giornale di Firenze una notizia, appoggiata a que' documenti, secondo la quale potremmo modificare qualche cosa nel nostro racconto. Il Bruno nacque in Nola il 1548 da Giovanni e da Fraulissa Savolina, e fu battezzato col nome di Giovanni, che cambiò in Giordano quando si monacò. Della patria e dell'infanzia sua ragiona egli spesso con passione. Entrò ne' Domenicani di Napoli a quindici anni, ma una volta diede via tutte le immagini de' santi, sol ritenendo quelle di Cristo; e ad un frate, che leggeva le sette allegrezze della Madonna, disse: «Non trarresti maggior frutto dalle vite de' santi padri?» Già di qui trapelano le sue idee, che poi spiegò dopo fatto sacerdote il 1572, e che tenevano delle ariane; onde venne processato. Fuggì dunque di là a Roma: ma vagheggiando una religione filosofica da opporre a tutte le positive, e sperando «verrà un nuovo e desiderato secolo, in cui i numi saranno confinati nell'Orco, e cesserà la paura delle pene eterne», presto fu accusato di nuovo, sinchè, per cansare il pericolo e «non esser costretto di assoggettarsi ad un culto superstizioso», gettò l'abito, ricoverò in Genova, poi in Piemonte e altrove; indi pel Cenisio nel 1576 uscì d'Italia, ecc. In Inghilterra sta tre anni in casa di Michele Castelnau ambasciadore di Enrico VIII. Consta che a Ginevra non dimorò che due mesi. A Praga dedica cinquanta tesi di geometria a Rodolfo II, che lo rimunera con cinquecento talleri. Dopo che avea professato a Brunswick, a Helmstadt, a Francoforte, Giovanni Mocenigo per imparar da esso i segreti della memoria, lo invitava a tornar in Italia, per mezzo di Battista Crotti librajo che si recava alla fiera di Francoforte sul Meno, ove il Bruno dimorava allora nel convento dei Carmelitani, i quali comprendeano lui essere un bell'ingegno e uomo universale, ma non aver religione alcuna.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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