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      .. «S'io dirò ai Luterani, passiamo pel fuoco, e chi sarà abbrucciato non è da Dio, credi che l'oseranno? ma io sì. Così il padre mio Domenico e san Francesco sedarono le eresie: perchè non gl'imiterei?».
      E miracoli proponeva, appellandosi a Pio V contro le testimonianze false di suoi compatrioti, che erano premiati e decorati se lo avversavano, sospettati se lo difendevano; laonde invoca d'esser tratto a Roma. Accenna bensì che fu accusato d'eresia, ma dice la inventarono i frati per sottrarlo al giudizio secolare di ribellione; mentre invece i ministri del re l'accusavano di voler rivoltare il paese a vantaggio del papa. Egli stesso avere chiesto di far rivelazioni al vescovo di Caserta e al nunzio: ai quali mostrò come avesse tolto a paragonar la legge di Cristo colla pitagorica, stoica, epicurea, peripatetica, telesiana, e tutte le sêtte antiche e moderne e le leggi, e assicuratosi che la pura legge di natura è la legge di Cristo: saper ribattere le difficoltà che nascono sul nuovo mondo, e sull'incarnazione, sulle profezie e i miracoli. Il vescovo trovò che aveva poca umiltà, e che avendo vagato per tante sêtte, non era troppo ossequioso a Cristo. Se anche ciò fosse, egli dichiara non essersi mai ostinato; altrimenti sarebbe uscito d'Italia: e giura esser saldissimo nella fede102.
      Dotti e principi presero interesse pel Campanella; Paolo V spedì lo Scioppio a Napoli per trattar della sua scarcerazione: e questi, se non altro, gli ottenne di poter leggere e scrivere e carteggiare. Urbano VIII riuscì alfine a trarlo a Roma, col pretesto che al Sant'Uffizio competesse il giudicarlo perchè avea professato profezia: e avutolo, il pose in libertà. Allora il Campanella passò in Francia, ove trovò applausi come vittima della Spagna, e pensione e onoreficenze, finchè morì il 21 maggio 1639.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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