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      Venne dunque condannato al taglio della lingua e al fuoco per mago e per ateo; accuse per verità repugnanti. Durante il processo, aveva professato le migliori credenze; condannato, si chiarì empio, ricusò i conforti della religione, si vantò più intrepido del Cristo, il quale aveva sudato d'ambascia, e fu giustiziato il 19 febbrajo 1618. Leibniz dice che il Vanini meritava d'esser tenuto rinchiuso fin a tanto che divenisse assennato, invece di trattarlo con ributtante crudeltà. Vittore Cousin, che fece una memoria sul Vanini, prova che restò condannato dal parlamento di Tolosa perchè nè egli nè gli amici suoi poterono ottenere fosse demandato al tribunale ecclesiastico dell'Inquisizione, dal quale non avrebbe avuto che una pena disciplinare107.
      Anche Ferrante Pallavicino, primogenito d'insigne casa piacentina, canonico regolare a Milano e lodato per dottrina, avvoltolatosi in amori, onde averne comodità finse viaggiare, e ritiratosi a Venezia, dirigeva agli amici lettere colla falsa data di Lione, di Parigi, d'altrove, narrando apocrifi viaggi, che lo posero di moda quando ricomparve. Come cappellano del duca d'Amalfi ito in Germania, vide messo alla ruota un Calvinista, col quale entrato in disputa sulle cose dell'anima, se ne lasciò convincere, e d'indi in poi menò a strappazzo le cose e le persone sacre. Acciabattava libri, storie sacre e profane, novelle, panegirici, epitalamj, talvolta ascetico, sempre ampolloso, rinvolto, bujo e mescolandovi descrizioni lascive. Per esempio, nel trattato spirituale delle Bellezze dell'anima, al cap. XIII discorre della bellezza del seno: pari contaminazioni mette nella Susanna, nel Giuseppe, nel Sansone, nella Bersabea. Il suo Divorzio celeste cagionato dalle dissolutezze della sposa romana, e consacrato alla semplicità de' scrupolosi (1643) fu tradotto in varie lingue dai Protestanti, e continuato probabilmente da Gregorio Leti, dividendolo in tre libri, I costumi dissoluti dell'adultera, Il processo de' bastardi di quella, Il concorso di varie chiese allo sposalizio di Cristo (1679). Nel Corriere svaligiato spettorò d'ogni genere calunnie contro il papa, i cardinali, i gesuiti, tutti i governi e i letterati, soluccherandole di lubricità. Lo stampò alla macchia, onde la signoria di Venezia il fece carcerare; uscitone, infierì peggio di prima contro de' principi, di papa Urbano VIII e del buon costume, e oltre La Buccinata per le api Barberine108 e il Dialogo tra due soldati del duca di Parma, scrisse la Giustizia schernita, e la Retorica delle p.... dedicata all'università delle cortigiane più celebri.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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