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      Tutti trovavano ospitalità presso gli Orelli, ed alcuni ottennero il diritto di possedere e la cittadinanza. Uno speziale, che legava anche libri, ne ebbe alcuni di senso protestante, e cominciò a parlarne con persone per bene: poi un Piotta insegnò apertamente l'eterodossia, e divulgò gli scritti di Serveto.
      Fra i profughi nostri, che, allettati dalla vicinanza, dal clima, dalla lingua, dai costumi ancora italiani, si fermavano nei baliaggi, primeggiava il prete Giovanni Beccaria, nobile milanese, che ebbe possessi e cittadinanza a Locarno. A Roma avea conosciuti l'Ochino, il Carnesecchi, il Vermigli, e tornato a Locarno il 1534, vi diffuse gl'insegnamenti di questi sotto il manto di una scuola di letteratura: anzi l'arciprete, che nol sospettava, l'invitò a fare alcuni sermoni, che piacquero assai. Legò amicizia cogli Orelli, con Giovanni e Martino Muralti, con Lodovico Ronco, e crebbe di proseliti, massime dopo tornato nel 1540 d'un viaggio in Francia, e fu secondato da Benedetto da Locarno, minor conventuale, rinomato predicatore, da Cornelio di Nicosia dell'Ordine stesso, succeduto di Sicilia il 1546, e dal commissario protestante Gioachino Baldi di Glarona. Ma succeduto balio il cattolico Nicola Wirz nel 1548, impedì il propagarsi delle dottrine eterodosse, ordinò si osservassero le feste, i digiuni e le altre pratiche ecclesiastiche: poi volle si tenesse una pubblica disputa. Il 9 agosto 1549 presentaronsi a discuter per la Chiesa cristiana locarnese, il Beccaria, Martin Muralto giureconsulto, Taddeo Duni medico, Lodovico Ronco, Andrea Girolamo Camuzzi; contro all'arciprete Galeazzo Muralto, al cappellano della Madonna del Sasso, a frà Lorenzo domenicano, all'arciprete Morosini di Lugano. Fra gran concorso di popolo, per quattro ore si disputò sul testo evangelico Tu es Petrus et super hanc petram ædificabo ecclesiam, poi sulla confessione auricolare, sul merito delle opere buone, e il commissario che vi presedeva, indignato delle risposte ambigue, finì coll'ordinare che il Beccaria fosse tratto prigione.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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